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Giorgetti: “Se confermeranno la condanna alla Lega per i 49 milioni, il 6 settembre il partito chiude”

“La sentenza sui fondi della Lega? Se il tribunale del Riesame conferma la condanna, il 6 settembre il partito chiude”, ha dichiarato oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. “La sentenza avrebbe una conseguenza definitiva, la chiusura del partito, senza che quel processo sia finito”. Il tema riguarda la sparizione di 49 milioni di euro dalle casse del partito.
A cura di Charlotte Matteini
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La Lega potrebbe chiudere definitivamente il prossimo 6 settembre, qualora il tribunale del Riesame confermasse la condanna relativa alla vicenda della sparizioni di 49 milioni di euro di fondi del partito. A dichiararlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Peter Gomez alla festa del Fatto Quotidiano nella mattinata di oggi: "La sentenza sui fondi della Lega? Se il tribunale del Riesame conferma la condanna, il 6 settembre il partito chiude”.

La sentenza "avrebbe una conseguenza definitiva, la chiusura del partito, senza che quel processo sia finito. Se tutti i futuri proventi che arrivano alla Lega vengono sequestrati, è evidente a quel punto che il partito non può più esistere, perchè non ha più soldi. Ovvio che se il 6 i giudici decidono cosi, noi siamo finiti. Arrivasse dopo una sentenza della Cassazione io non avrei niente da dire”, prosegue Giorgetti. Stando a numerosi retroscena e indiscrezioni, qualora la Lega dovesse chiudere Matteo Salvini potrebbe completare definitivamente il progetto di rebranding del partito iniziato con la costituzione dello spin-off sudista "Noi con Salvini", dunque una conferma della sentenza di condanna potrebbe non essere una notizia così negativa per il segretario del Carroccio.

Nel corso dell'intervista, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio affronta molte tematiche tra cui quella del caso Diciotti: “In questo caso era coinvolta la Guardia costiera italiana, non una ong”, ha detto Gomez. “Ha ragione”, è stata la replica del sottosegretario leghista. “Siccome l’Italia è stato sovrano, resta da spiegare come sia possibile che la nave Diciotti sia entrata in acque maltesi visto che di solito i militari rispondono agli ordini. Mi risulta che le autorità maltesi abbiano protestato per questo sconfinamento. E’ un avvenimento che resta da chiarire. Il povero Toninelli si sta chiedendo questo e molte altre cose su come funziona la catena di comando". E sull'inchiesta che vede indagato Salvini, Giorgetti sottolinea: "Io credo che il magistrato volesse in qualche modo indagarlo. E a Salvini non dispiacesse essere indagato. Ora sono contenti sia Salvini che il magistrato“.

"Per guidare bene un’auto di Formula 1, bisogna sapere anche frenare, non solo accelerare, se no vai fuori strada alla prima curva. Anche la politica è così. Salvini sa tenersi tarato sulla pancia dell’elettorato, confido quindi che quando sentirà che la pancia dell’elettorato gli segnalerà che è il momento di frenare, frenerà. Nel merito dei 500mila respingimenti promessi in campagna elettorale Salvini l’ha sparata grossa. Mi accontenterei che non arrivassero più”, prosegue Giorgetti.

Con riguardo al rapporto con gli ex alleati di Forza Italia, infine, il sottosegretario leghista spiega: “Se portiamo via elettori a Forza Italia, o ad altri partiti, non è colpa nostra, ma loro. Non abbiamo risorse per inglobare Forza Italia. Ma le idee di Salvini sono più attraenti di quelle di Tajani. Il fatto che la Lega cresca e gli altri diminuiscano crea di fatto la Lega come partito di riferimento del centrodestra, anche se secondo me non esistono più le categorie centrodestra e centrosinistra. Se portiamo via elettori, non è colpa nostra, ma colpa loro". 

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