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Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia: “Lo stallo politico è una minaccia”

Il Fondo Monetario Internazionale vede al ribasso le stime del Pil dell’Italia, ricordando che lo stallo politico nel nostro Paese influisce su tutta l’economia della zona Euro che nel 2013 dovrebbe contrarsi ancora dello 0,3 per cento.
A cura di Antonio Palma
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Fmi taglia le stime di crescita dell'Italia: "Lo stallo politico è una minaccia"

L'economia italiana continua a soffrire, il Fondo Monetario Internazionale nel suo outlook globale di primavera ha tagliato al ribasso le stime di crescita del Paese e per quest'anno prevede una contrazione dell'1,5% del Pil, una dato peggiore dello 0,4% rispetto allo scorso gennaio. L'Italia, che nel 2012 aveva subito una contrazione del 2,4% del Pil, farà meglio solo a partire dal 2014 quando sempre secondo le previsioni del Fmi ci dovrebbe essere una crescita economica dello 0,5%, stima invariata rispetto a gennaio. Ad avere un peso sulla possibilità di una ripresa economica per l'Italia secondo il Fondo è anche la situazione politica attuale che continua nella sua fase di stallo. Un rischio che pesa su tutta l'area euro e di conseguenza sull'economia mondiale. Nel giudizio del Fondo monetario internazionale, nel breve termine i rischi che pesano sull'economia mondiale "sono principalmente collegati agli sviluppi nell'area dell'euro, comprese l'incertezza sulla ricaduta degli eventi di Cipro e la situazione politica in Italia, così come la vulnerabilità dei paesi periferici" .

Tutta L'eurozona in difficoltà – Le difficoltà italiane quindi sono anche quelle dell'area Euro, che nel 2013 dovrebbe contrarsi dello 0,3 per cento. "Gli stress finanziari sono diminuiti grazie alle risposte a livello nazionale e europeo", ammette il Fondo aggiungendo però che "l'attività' economica resta debole", e che le pressioni si sentono anche in paesi forti come la Germania, dove le prospettive per la crescita economica sono comunque migliori. Nelle previsioni del Fondo Monetario Internazionale fra i big europei solo la Spagna nel 2013 fa peggio dell'Italia, con un Pil che si contrarrà dell'1,6% per poi crescere dello 0,7% nel 2014. Per il nostro Paese infatti si prevede anche un aumento del tasso di disoccupazione che dovrebbe salire al 12% nel 2013 e al 12,4% nel 2014, rispetto al 10,6% del 2012.

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