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FMI: “Italia unica grande economia in recessione”

Nel dossier World Economic Outlook il Fondo Monetario Internazionale traccia un bilancio economico dei paesi di tutto il mondo. L’Europa continua ad annaspare, mentre gli Stati Uniti fanno da traino.
A cura di Davide Falcioni
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Ancora pessime notizie per l'economia italiana. Dopo i recenti dati su occupazione e produzione industriale il Fondo Monetario Internazionale – nel World Economic Outlook – ha previsto una contrazione del prodotto interno lordo dello 0,2% nel 2014 in un quadro che comunque è a tinte fosche per tutta l'Eurozona. Le stime per l’Italia sono state tagliate dello 0,5% rispetto allo scorso luglio, ma la crescita mondiale "resta debole e diseguale". Il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime sia per il 2014 che per il 2015. Secondo il rapporto quest’anno "l’incremento del Pil globale si fermerà al 3,3%, lo 0,1% in meno rispetto a quanto previsto a luglio, mentre l’anno prossimo salirà del 3,8% contro il 4% stimato in estate". Il traino è rappresentato dagli Stati Uniti, paese dove l'occupazione è in forte crescita e il cui pil è stato modificato al rialzo dello 0,5%. la zona Euro invece continua a rimanere insabbiata: l'Fmi ha tagliato le stime di crescita dello 0,3% nel 2014 e dello 0,2% nel 2015.

In Europa bene Germania e Spagna, male la Francia

In Europa fanno meglio Spagna e Germania, che puntano a una crescita superiore all'1%. Francia e Italia invece sono al di sotto delle aspettative con il nostro paese che è l'unica grande economia a chiudere il 2014 i recessione. Il 2015, invece, dovrebbe portare una lievissima crescita. Ma anche la Germania fa registrare una battuta d'arresto: se a luglio la sua economia era data in crescita dell'1,9% oggi si ferma all'1,4. Per il Fondo Monetario Internazionale è "colpa di un’inattesa debolezza nel secondo trimestre". Per quanto riguarda la Francia l'Fmi prospetta per il 2014 una crescita dello 0,4% e non dello 0,8, mentre per il 2015 un +1%.

FMI: "Chiari rischi di nuovi ribassi"

Secondo il Fondo Monetario Internazionale dunque la situazione resta "nuvolosa" e il rischio di nuovi ribassi "chiari": "Il lungo periodo di bassi tassi d’interesse – spiega il dossier – ha spinto molti investitori a sottovalutare i rischi sui mercati finanziari. In secondo luogo, i rischi geopolitici sono diventati più rilevanti. Terzo, c’è il rischio che la ripresa nell’area dell’euro possa entrare in stallo, che la domanda si indebolisca ulteriormente e che la bassa inflazione si trasformi in deflazione".

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