Fini-Giovanardi incostituzionale. Pene da ricalcolare per 10mila condannati
Sono almeno 10mila le persone dietro le sbarre per reati legati alle droghe leggere. Ora, dopo la bocciatura da parte della Consulta della legge Fini-Giovanardi in materia di stupefacenti, cosa ne sarà di loro? Chi è sotto processo si vedrà giudicato sulla base delle vecchie leggi? E per chi è in carcere, bisognerà ricalcolare la pena sempre sulla base delle vecchie normative? Innanzitutto a fare una stima dei detenuti per reati legati alle droghe leggere è Stefano Anastasia, presidente della ‘Società della Ragione': "Gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti dunque possiamo pensare che siano 10mila quelli che potrebbero beneficiare della bocciatura della legge. Tra questi, non solo chi è in custodia cautelare, ma anche i condannati in via definitiva, che potrebbero chiedere un incidente di esecuzione per la rideterminazione della pena", rileva Anastasia ieri presente all'udienza pubblica alla Corte Costituzionale.
La pronuncia della Consulta porterà a risorgere la legge Iervolino-Vassalli del '73, che prevedeva pene comprese tra due e sei anni per reati legati alle droghe leggere. E gli effetti si sentiranno anche sui procedimenti penali pendenti: i termini di prescrizione, infatti, saranno più brevi. Inoltre non sarà più possibile fare uso di alcuni strumenti di indagine, come le intercettazioni, e le condanne sarebbero più miti anche nel caso di continuazione con altri reati. "Questo raggiunto oggi è un ottimo risultato – rileva Anastasia – perché da la possibilità di dare una prospettiva diversa a chi attualmente è imputato o condannato per fatti legati alle droghe leggere, anche con qualche sollievo alla situazione penitenziaria italiana. Finisce il proibizionismo della Fini-Giovanardi e questo ci consente di poter raggiungere gli altri Stati che stanno discutendo su una nuova politica in materia di droghe".