“Fini” francesismi per non dire coalizione
Cosa ci sarà all'origine della passione sfrenata di Gianfranco Fini per i francesismi? Da tre giorni l'attuale presidente della camera è sceso in campo, ufficialmente, per le prossime elezioni, mettendo un po' da parte il ruolo istituzionale che dovrebbe rappresentare in maniera imparziale sino all'ultimo giorno di legislatura. Ma niente di male, gli resta un certo aplomb nel farlo. Fatto sta che da tre giorni fà copioso sfoggio di terminologie alternative a coalizione, lista civica e sinonimi di lingua italiana che facciano riferimento a quel concetto, così da mascherare un raggruppamento troppo politico.
Assai gli piace rassemblement, la pronuncia marcata che Pietro Sermonti gli contesta nel film Boris, segnata da quelle troppe vocali allargate. La palla al balzo è stata presa a stretto giro dalla circolazione della oramai nota lettera che Lavitola avrebbe dovuto inviare a Berlusconi. Tra i tanti favori elargiti all'ex premier, per i quali Lavitola quantificava una ricompensa, c'era quella di aver "ritoccato" l'affaire dell'appartamento di Montecarlo per inguaiare la reputazione dello stesso Fini. Il poter dare del corruttore, in diretta tv, a Berlusconi, è stato un trampolino di lancio, o aveva già preventivato di dire tutto quel che avrebbe detto?
L'acclamato coagulo di forze, Casini compreso, è una lista civica, appunto, a sostegno di Monti, che viene definito come la personalità più adatta per questa congiuntura. Non è chiaro se con Monti ci abbiano parlato, visto il continuo slalom del premier, fermo sulla decisione di non candidarsi, ma che continua a far incrementare le possibilità di un'altra nomina honoris causa. Sarebbe, a conti fatti, un'ottima occasione per riabilitare i membri della compagine fuggita via dal Pdl nel secondo semestre 2010. Potrebbero fare una campagna elettorale impegnata, nella quale sponsorizzare al meglio il lavoro di un governo nel quale non hanno avuto alcun peso. Ma è ben chiaro che siano tutti discorsi vani, in assenza di una certezza sulla tanto discussa legge elettorale. Ed anche per un'altra questione: dovesse essere confermata la lista civica pro Monti, come si faranno coagulare al suo interno quelle personalità di Pd e, più che altro, Pdl che la prediligono?
Insomma una lista civica è per definizione priva di una dettagliata connotazione politica, ma come risponderebbe l'elettorato ad una re-union finiana con quelli che sono divenuti suoi acerrimi nemici? Il gruppo di Futuro e Libertà è stato seme di discordia: è verosimile un sostegno multipartisan a Monti al centro del quale ci siano i finiani? Questa domanda farebbe pensare come più probabile l'idea che quello recente di Fini sia un tentativo di avance a Monti, con tanto di vino francese e Champs Elysés, più che il frutto di un tacito d'accordo. Così si spiegherebbe il rassemblement. D'altronde sarebbe l'unico modo per essere protagonista di una partita elettorale dalla quale, in caso contrario, sarebbe "sondaggisticamente" tagliato fuori.