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Finanziamenti ai partiti: nessun taglio, il Parlamento rimanda ancora

Nessun accordo tra i partiti sul taglio ai finanziamenti pubblici, così anche la rinuncia all’ultima tranche dei rimborsi elettorali slitta a dopo il voto delle amministrative.
A cura di Antonio Palma
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Finanziamenti ai partiti: nessun taglio, il Parlamento rimanda ancora

Ancora nessun accordo tra le forze politiche parlamentari così i tempi per la riforma dei finanziamenti pubblici ai partiti si allungano sempre di più. L'ultimo rinvio ieri dopo l'ennesimo stop alla proposta in discussione alla Camera, quindi, se ne riparlerà dopo le elezioni amministrative. A detta dei due relatori della proposta, Gianclaudio Bressa del Pd e Giuseppe Calderisi del Pdl, a ostacolare il testo una serie di norme complesse da modificare e dunque la scelta del rinvio. In realtà a sancire l'ennesimo alt alla presentazione del provvedimento le divisioni tra i partiti su un tema a loro tanto caro come i finanziamenti pubblici.

Molti partiti hanno già speso i soldi dell'ultima rata 2008 – Con il rinvio slitta anche la rinuncia all'ultima tranche dei rimborsi elettorali del 2008, chiesta e annunciata più volte e che al momento resta ancora incerta nei tempi e nelle modalità. In realtà, come molti all'interno del Parlamento denunciano, il problema è che tanti partiti quei soldi li hanno già spesi e messi in bilancio facendoseli anticipare dalle banche e ora non possono rinunciarvi come lamentano molti tesorieri. Intanto alla Camera contemporaneamente sono in calendario le proposte di riforma del finanziamenti ai partiti di Pd, Idv e della Lega ognuno con un progetto differente che rispecchia le divisioni sul come e a quanto rinunciare.

Gli avvertimenti di Napolitano e Schifani – Gli scandali che hanno investito i partiti e la crisi economica che sembravano aver accelerato le pratiche per la riforma dei finanziamenti ai partiti si sono rivelati un fuoco di paglia e ora i partiti ritornano a tentennare. Anche il Capo dello Stato ha colto il momento lanciando l'ennesimo invito ad agire rivolto alle Camere e a percorrere "la via di una rigenerazione della politica di cui abbiamo estremo bisogno". Anche dal Governo intanto con il lancio della spending review e la nomina di Giuliano Amato a consulente sulle spese e i finanziamenti dello Stato a sindacati e partiti, è arrivato un chiaro segnale al Parlamento. Il Presidente del Senato Renato Schifani proprio a questo proposito ha avvertito preoccupato che "se i partiti si faranno precedere da Giuliano Amato sarà la definitiva perdita di credibilità della politica".

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