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Fiat Pomigliano: i punti dell’accordo, dura reazione della FIOM

Nella mattinata i Sindacati, con la rilevante eccezione della Fiom, hanno firmato l’intesa che prevede la riassunzione dalla NewCo dei 4600 dipendenti.
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E' di qualche ora fa la notizia dell'avvenuta firma da parte dei sindacati del tanto discusso contratto relativo ai dipendenti Fiat di Pomigliano. Fim, Ugl metalmeccanici, Uilm e Lingotto hanno dunque firmato il contrattto di lavoro per i 4,600 dipendenti di Pomigliano D'Arco, che saranno riassunti dalla Newco, la società che si occuperà della produzione della nuova Panda (stimata in circa 1,000 veicoli all'anno). Si tratta di un accordo molto controverso e contrastato in particolar modo dalla Fiom, che per bocca del suo segretario generale Landini ha indetto lo sciopero generale dei metalmeccanici per il 28 gennaio.

La Fiom contesta soprattutto la legittimità di un contratto che prevede la riassunzione dei lavoratori da parte di Fabbrica Italia Pomigliano e che, come ben riportato da Roberto Giovannini per La Stampa presenta alcune sostanziali novità:

  • 720 milioni di euro di investimento e garanzia dell'occupazione per 4,600 lavoratori
  • Uscita dal sistema confindustriale
  • Aumento salariale medio di 360 euro lordi all'anno
  • Diritto di rappresentanza solo per i sindacati firmatari dell’accordo. Il lavoratore inoltre "si impegna a rispettare le regole del contratto di Pomigliano. Il mancato rispetto di una delle sue clausole è infrazione disciplinare, con relative sanzioni, fino al licenziamento".
  • Aumento delle ore di straordinario da garantire e nuova organizzazione del lavoro basata su 18 turni settimanali.
  • Tempo di pausa ridotto a 30 minuti e limitazione della retribuzione in caso di malattie e scioperi (il diritto di sciopero viene poi contestato nel caso di "emergenze" determinate dall'azienda).

Soddisfatto il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, al pari degli esponenti delle altre sigle sindacali, sottolinea come "la firma del contratto collettivo consolida l'investimento promesso, e già avviato, mentre migliora le condizioni retributive e le potenzialità di progressione reddituale e professionale dei lavoratori […] Ben venga una discontinuità nel sistema di relazioni industriali, soprattutto là ove il vecchio impianto politico – culturale fondato sull'inesorabile conflitto sociale ha prodotto bassi salari e bassa produttività". Dura invece la presa di posizione di Landini che, dopo aver sollevato le sue perplessità circa il cosiddetto accordo di Mirafiori, considera un "fatto gravissimo" la firma del contratto di Pomigliano, un "vero e proprio attacco non solo al Sindacato, ma alla stessa democrazia e ai diritti dei lavoratori".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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