Fertility Day, Lorenzin: “Ecco foto originale approvata”. Ma è uguale a quella online
"Volevo una campagna fatta da professionisti, ma poi si è proceduto con le risorse interne del ministero e abbiamo realizzato otto opuscoli che io ho corretto e mandato all'Istituto superiore di sanità (Iss) per le correzioni. Ma poi è accaduto qualcosa: la locandina uscita non era quella che io ho controllato e questo è evidente mettendo a confronto le due immagini. In quella originale non è assolutamente riconoscibile il ragazzo di colore. Un'immagine che io comunque non avrei mai approvato". Così, a due giorni dalle polemiche e dalle accuse di razzismo piovute sul ministero della Salute dopo la pubblicazione di un opuscolo in occasione del Fertility Day, Beatrice Lorenzin prova a mettere una pezza alla bufera che si è abbattuta sugli uffici di Lungotevere Ripa. "Abbiamo aperto un'inchiesta interna per individuare i responsabili", ha spiegato il ministro in un video dell'Adnkronos.
"Queste sono le due versioni del volantino", dichiara Lorenzin mostrando due immagini: una "vidimata dai miei uffici", e un'altra quella pubblicata sul sito del ministero. "Un'immagine è molto sfocata – aggiunge il ministro – non si vedono i colori, addirittura sembra quasi un disengo o una foto oscurata. L'altra è una foto in chiaro che dà un senso completamente diverso a tutto il volantino. Se io avessi visto quella che è uscita non l'avrei mai autorizzata, quest'altra era una cosa completamente diversa e non aveva destato particolare clamore da parte di nessuno". Nonostante le parole di Lorenzin abbiano lo scopo di discolparla da qualsivoglia responsabilità sull'accaduto, la differenza tra le due immagini è tutt'altro che lampante. Senza contare che, in ogni caso, la scelta originaria era ricaduta comunque su quelle foto per rappresentare "buone" o "cattive" abitudini.
Durante la trasmissione di La7 Otto e mezzo, il ministro ha annunciato che per il Fertility Day del prossimo anno "innanzitutto ci sarà una diversa direzione e, a questo punto, faccio un bando e chiamiamo dei buoni creativi". Tutta la vicenda, secondo Lorenzin, deve spingere ad una "riflessione su come bisognerebbe organizzare il ministero della Salute in un'era Punto Zero. Sarebbe bellissimo avere alla guida della comunicazione di un ministero con temi così delicati dei grandi comunicatori; servirebbero appunto dei grandi comunicatori ma, purtroppo, abbiamo dei vincoli. Forse potrò fare qualche nuova norma".