Gorino, barricate per arrivo migranti. Prefetto: “Ordine pubblico, esclusa da accoglienza”
Alla fine la protesta dei cittadini di Goro e Gorino, nella provincia di Ferrara, ha avuto effetto. Sono state innalzate delle vere e proprie barricate per strada per impedire il passaggio del pullman, scortato dalle forze dell’ordine, e la successiva sistemazione di una ventina di migranti – 8 donne e 11 bambini – che il prefetto di Ferrara Michele Tortora voleva alloggiare in un ostello di Gorino, piccola frazione del comune di Goro, che aveva fatto parzialmente requisire proprio per questo scopo.
Barricate in strada
La notizia dell’arrivo dei migranti aveva cominciato a circolare dalla mattinata di ieri e man mano che le ore passavano, la folla (circa 200 abitanti dei due comuni nel Ferrarese, Goro ne conta in totale circa 4mila) radunatasi per protesta proprio davanti all’ostello requisito, struttura di proprietà della Provincia, faceva sentire il proprio dissenso. La decisione di requisire parzialmente l'ostello-bar Amore-Natura, "tenuto conto della saturazione delle strutture già funzionanti – spiegava la Prefettura – è per ospitare 11 donne, un gruppo di migranti assegnato alla provincia di Ferrara". Il prefetto ricordava che la requisizione aveva "carattere eccezionale straordinario". I manifestanti però non l’avevano presa bene: hanno sistemato dei bancali di legno in tre punti d’accesso a Gorino.
Gorino dice ‘no' ai migranti
La protesta in qualche modo ha avuto i risultati sperati: dopo la mediazione raggiunta con prefettura, carabinieri e polizia, e grazie al sindaco di Ferrara e di altri Comuni della provincia, i migranti sono stati dirottati, temporaneamente, ad altre strutture della provincia ferrarese.
"Mi vergogno molto di quello che è successo a Ferrara, credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini". Lo ha detto il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del ministero degli Interni, ai microfoni Gr1 Rai, intervenendo sul caso di Gorino. "E'un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo", ha concluso Morcone.
Il titolare dell'ostello, Filippo Rubini, ha detto alla Nuova Ferrara che una settimana fa, contattata, la struttura si era detta non disponibile ad accogliere i profughi. Dello stesso avviso anche il sindaco Diego Viviani (PD vuoi “perché non capisco la scelta di Gorino, paese lontano dal resto della provincia. È una difficoltà oggettiva anche per le cooperative di accoglienza provvedere a cibo e quant’altro. Poi i collegamenti non sono semplici”. L'arrivo dei migranti era annunciato nell'ambito dell'accoglienza nazionale, ma per adesso Goro e Gorino dicono ‘no’ all’accoglienza dei profughi.
La reazione della Lega
"Grazie a chi ha manifestato la scorsa notte notte, grazie a chi ha lottato per far vincere la democrazia e il buon senso. I cittadini di GORINO sono per noi i nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell'accoglienza. Abbiamo sostenuto, e continueremo a farlo, in ogni sede e in ogni modo, la loro protesta. Se il prefetto e il Pd, con la complicità del presidente della Provincia Tagliani, si illudono di poter fare qualsiasi cosa sopra la testa dei cittadini si sbagliano di grosso. Lo abbiamo dimostrato a Gaibanella, lo abbiamo dimostrato a GORINO e continueremo a farlo. La Lega c'è". Sono le parole del capogruppo leghista e segretario Lega Nord Ferrara Alan Fabbri dopo decisione di rifiutare l'accoglienza dei migranti da parte degli abitanti del Comune ferrarese. "Chi ha passato la notte in trincea per difendere il proprio territorio e la democrazia dai nuovi despoti e' un eroe – rimarca Fabbri -. La forza del popolo ha consentito di vincere la follia di prefetture che requisiscono locali per darli agli immigrati e di dare una lezione di stile a Tiziano Tagliani che, da presidente della Provincia, si comporta in modo complice: evidentemente pensa di assolvere al proprio dovere di promuovere il territorio del Delta del Po piazzando immigrati clandestini in ogni dove".
Alfano: "Quella non è Italia"
"L'ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell'ordine pubblico, non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce", ha dichiarato il prefetto di Ferrara questa mattina. Tortora ha poi ricostruito i termini della vicenda: "A Gorino abitano circa 700 persone, ieri sera mezzo paese era in strada. E malgrado i tentativi di mediazione non ci sono state possibilità di trovare una soluzione. fino a un paio di mesi fa Ferrara era una sorta di piccolo modello di accoglienza diffusa, non c'erano state manifestazioni di intolleranza. Sabato dall'hub di Bologna ci è arrivata una richiesta per accogliere un nuovo contingente e che non era possibile un differimento, perchè in queste ore sono in arrivo altri 450 profughi e gli sbarchi stanno continuando. Visto che le strutture attuali non potevano ospitare nuovi profughi ho adottato il provvedimento di requisizione dell'ostello di Gorino. Primo perché Goro è uno degli otto comuni che non accoglie nessuno, poi nella presunzione che in ottobre non ci fosse un grande traffico di turismo". Il prefetto ha "firmato il provvedimento alle 12.55, il titolare dell'ostello ha dato la notizia in paese e si è rapidamente diffusa, peraltro in maniera non corretta, perché giravano voci su 50 persone in arrivo che avrebbero occupato tutto il paese. Abbiamo preso atto della situazione e, col coinvolgimento di sindaci vicini, abbiamo trovato soluzioni alloggiative per queste 12 donne e chiuso la vicenda verso le 11 di sera".
"Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell'Italia", ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aggiungendo non gli "interessa se la protesta sia stata organizzata o meno, io sto a quello che vedo e quello che vedo è qualcosa che amareggia e che non è lo specchio dell'Italia". Il nostro paese, ha aggiunto, "sono i ragazzi di Napoli che aiutano i soccorritori sul molo quando arrivano i migranti, o il medico di Lampedusa Pietro Bartolo che non guarda a orari". Dopo la strage di Lampedusa, secondo il ministro, "l'Italia poteva scegliere se girarsi dall'altra parte o essere un paese coraggioso. E noi abbiamo scelto di essere l'Italia della fatica e del coraggio. anche sapendo che cosi facendo si sarebbero persi voti".
In una nota firmata dal vicario vicario generale, monsignor Massimo Manservigi, l'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio si è detta "vicina a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana".
Renzi: "Difficile giudicare"
“È una vicenda molto difficile da giudicare”, ha detto Renzi intervenendo su quanto accaduto a Goro e Gorino nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta. “Da un lato c’è comprensione, anche se non condivisione, nei confronti di una parte della popolazione molto stanca e preoccupata, dall’altra sono donne e bambini: forse noi come Stato non siamo stati all’altezza”, ha aggiunto il premier.