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Federico Perna, vittima in carcere numero 139. Lo Stato italiano dov’era?

Pubblichiamo, su richiesta della madre, le foto dell’autopsia di Federico Perna, 34 anni, morto nel carcere di Poggioreale l’8 novembre scorso. Era detenuto nonostante gravi patologie croniche. L’inchiesta della Procura di Napoli dovrà fare chiarezza sulla morte del giovane. Presentate tre interrogazioni parlamentari al Guardasigilli Anna Maria Cancellieri per chiedere una indagine interna al penitenziario partenopeo.
A cura di Gaia Bozza
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Federico Perna, giovane di 34 anni, di Pomezia, è morto l'8 novembre scorso mentre scontava una pena nel carcere di Poggioreale a Napoli. Una pena che gli è costata la vita. Queste sono le immagini fatte scattare dalla madre, Nobila Scafuro, il giorno del rientro della salma di Federico per i funerali. Foto davanti alle quali è difficile trovare parole. La madre ha autorizzato Fanpage.it alla pubblicazione, ritenendo importante fornire all'opinione pubblica questo documento, affinché si possa fare chiarezza sulla morte del figlio. Federico era gravemente ammalato da tempo e aveva bisogno di cure, è deceduto dopo «una settimana a sputare sangue», come ha riferito in una intervista  la madre. Un calvario: il giovane era detenuto dal 2010, aveva problemi di tossicodipendenza e nel 2004 aveva contratto l'epatite C, presto degenerata in cirrosi epatica. Aveva bisogno e diritto di cura: «Condizioni cliniche generali scadenti, aspetto pallido, trascurato nella cura della persona […] tale situazione necessitava di approfondimento clinico-diagnostico in ambiente ospedaliero […] Il carcere al momento non è compatibile con lo stato di salute del detenuto ed è peggiorativo della sua salute»: così si legge in uno dei due referti che Fanpage.it ha potuto visionare, datato 2012. In un altro, redatto poco dopo nel carcere di Secondigliano, si legge: «Si ribadisce l'inadeguatezza all'allocazione in una sezione detentiva comune» e si fa riferimento alla mancanza di posti letto nel centro clinico, ragione che avrebbe portato i solleciti del medico ad esito negativo.

Federico, dopo un disumano ping pong tra tantissime carceri e persino un ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, nel 2004, è la vittima numero 139 in cella; intanto, però, il bilancio è già salito. E i morti sono 141 nel 2013, come si evince dai dati dell'Osservatorio Ristretti Orizzonti. Morire di carcere non è un'eccezione. «Pubblicatele, queste foto, fate vedere come si muore di raffreddore in cella – afferma tra le lacrime la madre, Nobila -. Lui è morto, ma io ora voglio giustizia perché deve finire questa tragedia delle carceri». Il ragazzo, nelle sue lettere e spesso a colloquio con la madre, lo diceva chiaramente: «Mamma, qui mi stanno ammazzando, portami a casa».  Ogni tanto lei lo vedeva con dei lividi, piuttosto messo male e lui le rispondeva, riferisce la madre: «Mi menano le guardie». Vicenda, quest'ultima, è bene chiarirlo, tutta da appurare. La Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta e il 14 novembre scorso è stata effettuata l'autopsia. Il perito di parte e i legali vogliono vederci chiaro: l'autopsia è stata disposta sei giorni dopo il decesso, ma è normalmente prevista entro 48 ore dalla morte. Perché un'attesa così lunga? «L'aspetto più grave emerso dall'esame autoptico – risponde l'avvocato Camillo Autieri, che assiste la famiglia – è l'abbandono, la trascuratezza nelle quali è stato lasciato il detenuto».

Sulla morte di Federico Perna sono state presentate due interrogazioni parlamentari, una a firma del senatore Lucio Barani (Gal) e un'altra a firma di Silvia Giordano (M5S), ma domani il Movimento 5 Stelle presenterà una interrogazione a risposta immediata nel Question Time in Commissione Giustizia, nella quale si chiede conto al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri di queste ed altre circostanze, e si chiede una immediata indagine interna.

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