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Federalismo, Napolitano: testo irricevibile, prima riferire alle Camere

Con una lettera al presidente del Consiglio il capo dello Stato fa sapere che non firmerà il decreto sul federalismo. Umberto Bossi ha annunciato che si recherà nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto.
A cura di Cristian Basile
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Silvio Berlusconi si era dichiarato convinto che il Presidente della Repubblica firmasse il decreto sul federalismo municipale approvato dal consiglio dei Ministri ieri sera nonostante il pareggio dei voti per il parere della commissione parlamentare definita bicameralina.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato invece una lettera al Presidente del Consiglio, in cui rileva "che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione" del decreto legislativo sul federalismo. Pertanto, il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo.

"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – si legge nella nota del Quirinale – in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell’articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri sera, come risulta dal relativo comunicato, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall’art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. Pertanto – conclude il Colle – il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo".

Ieri il voto della Bicamerale aveva bocciato il federalismo municipale, con 15 voti a favore e 15 contrari, ma in serata era stato convocato un consiglio dei ministri straordinario che aveva poi approvato il decreto. Ma la presidenza della Repubblica ritenendo che le procedure non sono state rispettate, non ha voluto firmare un decreto che risulterebbe incostituzionale.

In realtà però non si tratta di uno stop definitivo al decreto: infatti, subito l'invio della lettera a Berlusconi, il ministro per le Riforme per il federalismo Umberto Bossi e il presidente della Repubblica hanno avuto una lunga telefonata, nella quale Bossi si è impegnato, per sbloccare la riforma, di andare al Quirinale la prossima settimana e di recarsi nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.

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