Fecondazione eterologa: via libera dalla Corte Costituzionale
Il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale. E' quanto ha stabilito – secondo quanto scrive l'ANSA – la Corte Costituzionale che ha dichiarato l' illegittimità della norma della legge 40, quella che vieta la possibilità, quando uno dei due partner è sterile, di ricorrere a spermatozoi o a ovociti ‘esterni' alla coppia per concepire un bebè. Dopo aver affrontato la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del numero di embrioni da impiantare nell'utero materno, per la seconda volta la Consulta era stata chiamata a giudicare sull'ultimo ‘paletto' imposto dalla controversa normativa italiana, appunto quello relativo al divieto di fecondazione eterologa, su cui tre tribunali – Milano, Catania e Firenze – hanno sollevato dubbio di costituzionalità. La legge 40 era stata già bocciata molte volte dai giudici, anche europei, e questa potrebbe essere l’ultima.
“È un successo delle coppie, delle associazioni, dei medici e delle società scientifiche, che dal 2010 hanno posto questioni rilevanti e concrete per la vita delle persone. Dopo 4 anni non si poteva continuare ad aspettare. Il legislatore italiano è stato silente e indifferente nonostante le decine di ricorsi” contro la legge 40. E' raggiante l’avvocato Maria Paola Costantini, difensore delle coppie ricorse alla Corte Costituzionale contro il divieto di fecondazione eterologa. “È evidente che con questa decisione si è eliminato un vuoto normativo – dice all’Adnkronos Salute – e al contempo ci saranno tutte le protezioni per le coppie in un sistema gratuito, in cui non si rischia né la commercializzazione dei gametiné la mercificazione delle donatrici e allo stesso tempo situazioni ‘al limite’ come quella delle ‘mamme-nonne’: potranno accedere alla donazione soltanto le coppie sposate o conviventi secondo indicazioni mediche precise e chiare che accertino la sterilità della coppia”.