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Fatturazione elettronica, ora è obbligatoria: come funziona e chi la deve emettere

Dal primo gennaio è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica per i professionisti e le imprese che lavorano con partita Iva. L’Agenzia delle Entrate, nella sua guida, spiega chi sono le persone coinvolte, come funziona, quali sono le differenze rispetto a quella tradizionale e come emettere le nuove fatture.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dal primo gennaio 2019 la fatturazione elettronica per chi ha una partita Iva è obbligatoria. Addio, dunque, alla vecchia fattura cartacea, sostituta da quella in formato elettronico per tutti i professionisti, salvo alcune eccezioni. L’obiettivo è, soprattutto, quello di contrastare l’evasione fiscale. A spiegare le regole e il funzionamento del nuovo obbligo è la guida predisposta dall’Agenzia delle Entrate. Che parte dalla platea delle persone interessate: si tratta di tutti coloro che hanno una partita Iva, escludendo solamente chi, tra imprese e autonomi, lavora con il regime agevolato o forfettario. L’esenzione vale anche per i piccoli produttori agricoli. In ogni caso, tutte queste ultime categorie possono ugualmente decidere di utilizzare la fatturazione elettronica. Secondo alcune stime, a essere coinvolti sono circa 5 milioni di professionisti. Si tratta sia del caso di rapporti tra due titolari di partita Iva, il cosiddetto b2b, sia quando avvengono tra un operatore commerciale con partita Iva e un cliente finale, il b2c.

Come funziona la fattura elettronica

La fatturazione elettronica si può emettere attraverso software digitali. Serve un pc, un tablet o uno smartphone per emetterla e l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione gratuitamente tre tipi di programmi per aiutare i professionisti a predisporla: una procedura web, un software scaricabile su pc e un’app chiamata ‘Fatturae’. L’Agenzia delle Entrate, nella sua guida, spiega anche come funzionano questi tre sistemi. I professionisti dovranno utilizzare un Sistema di interscambio (Sdi), attraverso cui inviare le fatture ai clienti. Se non viene impiegato il sistema, le fatture verranno considerate non emesse.

La fattura può essere trasmessa solo in formato Xml: se il formato è diverso viene considerata non emessa. Al suo interno devono essere riportati gli stessi dati che prima si trovavano sulle normali fatture cartacee, a cui aggiungere l’indirizzo telematica del cliente destinatario della fattura emessa. Per i primi sei mesi del 2019 è previsto un regime transitorio: ci sarà una riduzione di un quinto delle sanzioni in caso di fatture emesse in ritardo. Rimane, invece, la possibilità di fattura differita se effettuata entro il giorno 15 del mese successivo a quello dell’operazione. La fattura emessa, così come quella ricevuta, deve essere conservata per dieci anni digitalmente.

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