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Fatturazione elettronica, il governo la rinvia per i benzinai ma si ‘dimentica’ della Pa

L’obbligo di fatturazione elettronica è stato rinviato per i benzinai da luglio 2018 a gennaio 2019, ma non per altre categorie di lavoratori che prestano servizio in subappalto per la Pa (per esempio alcuni medici che lavorano in strutture private). Il ministro Di Maio non ha inserito anche loro nel decreto. L’Agenzia delle Entrate pubblica alcuni chiarimenti, mentre in Parlamento si parla di un possibile allineamento a tutte le altre categorie, ovvero un rinvio al 2019 per tutti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Solo pochi giorni fa il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio rivendicava su Facebook di essere riuscito a rinviare l’obbligo della fatturazione elettronica per i benzinai. “Il primo gennaio parte la fatturazione elettronica, ai benzinai invece è stato detto di partire il primo luglio, non si sa perché solo a loro. Gli ho detto che dovevano avere lo stesso tempo degli altri e abbiamo fatto un decreto che proroga la partenza al primo gennaio”. Tutto vero. Il decreto è stata realmente approvato dal Consiglio dei ministri e la fatturazione elettronica per i benzinai è slittata al primo gennaio 2019. Ma c’è un dettaglio che il ministro dimentica: la fatturazione elettronica è stata anticipata anche per un’altra categoria di lavoratori, i subappaltatori e i subcontraenti che lavorano come intermediari per la pubblica amministrazione. Spiegato in parole più semplici, a partire dal primo luglio per tutti coloro che lavorano per imprese che lavorano su appalti della pubblica amministrazione scatta la fatturazione elettronica obbligatoria. Nonostante il caos e le tante incertezze: sono le stesse aziende, infatti, in alcuni casi, a non sapere se il rinvio valga solo per loro e se il loro rapporto con la pubblica amministrazione rientri o meno tra le categorie anticipate al primo luglio 2018.

I casi di subappaltatori e subcontraenti riguardano, al di là di quanto si possa pensare, molte categorie di lavoratori. C'è, per esempio, chiunque (architetti, geometri, imprese edili) lavori per la realizzazione di opere pubbliche. Non solo chi presta servizi con una partita Iva per le imprese che vincono gli appalti della Pa, ma anche chi lavora per enti accreditati nell’amministrazione pubblica. È il caso, per esempio, di tutto l’universo della sanità privata (in convenzione) che fa riferimento alle regioni, ovvero una amministrazione pubblica. E in questi casi sono molti coloro che lavorano con un regime di partita Iva, magari per più strutture contemporaneamente. Il che comporta, come raccontano alcuni di loro, una differenza di impostazione da parte di ogni struttura. C’è chi ha inviato le comunicazioni per passare alle fatturazioni elettroniche e chi, nella stessa area metropolitana di Roma, sostiene che l’obbligo scatti solo a gennaio 2019, come racconta una professionista del settore. A oggi non c’è una linea precisa da seguire, ma c'è una posizione che fa pensare a un rinvio che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. La presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, a Fanpage.it spiega che l’intenzione di base – da discutere in Parlamento – è quella di rinviare le fatturazioni elettroniche per tutte le categorie. Mentre dal ministero dello Sviluppo economico fanno sapere che al momento non sono previste ulteriori azioni in merito.

Il decreto del governo e il rinvio per i benzinai

Il governo ha emanato un decreto con cui dà vita a una prorogaper consentire la piena operatività della fatturazione elettronica per le cessioni di carburanti per automazioni rese da impianti stradali di distribuzione”. Viene modificato quindi l’obbligo introdotto dalla legge di Bilancio 2018 e, in particolare, il comma 917 con il quale si spiegava che l’obbligo si applica per le “fatture emesse a partire dal primo luglio 2018 relative a cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori”. A questo comma si aggiunge la dicitura “ad eccezione delle cessioni di carburante per automazione presso gli impianti stradali di distribuzioni, per le quali il comma 920 si applica dal primo gennaio 2019”. Si modifica anche un altro comma, il 927, in cui si sostituisce la dicitura relativa all'ingresso delle nuove regole a luglio con “le disposizioni si applicano dal primo gennaio 2019”.

La legge di Bilancio e l’obbligo di fatturazione elettronica

La legge di Bilancio 2018, con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale e aumentare la semplificazione, ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica a partire dal 2019. Fatta eccezione per due categorie che avrebbero dovuto fare da apripista: i benzinai, appunto, ma anche i subappaltatori. Il comma 917 della legge recita: “Le disposizioni si applicano alle fatture emesse a partire dal primo luglio 2018 relative a prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese nel quadro di un contratto di appalto di lavori, servizi o forniture stipulato con un’amministrazione pubblica”. Con filiera delle imprese ci si riferisce anche ai soggetti che si occupano di “forniture di beni e prestazioni di servizi, ivi compresi quelli di natura intellettuale, qualunque sia l’importo dei relativi contratti o dei subcontratti”.

Parliamo dei cosiddetti scambi commerciali B2B, business to business, tra imprese e professionisti. La maggior parte dei rapporti B2B vedrà l’obbligo di fatturazione elettronica da gennaio, ma per le cessioni di benzina e per le prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti per appalti stipulati con la Pa, questo obbligo sarebbe dovuto scattare già a luglio. Non sarà così per i benzinai, non si sa se sarà così o meno per subappaltatori e subcontraenti, ovvero per quei rapporti di lavoro tra imprese e professionisti che operano attraverso appalti della Pa.

La circolare dell'Agenzia delle Entrate

Una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile prende in esame i nuovi obblighi introdotti con la fatturazione elettronica soprattutto per i benzinai, con qualche breve cenno anche per subappaltatori e subcontraenti. Ma la circolare parla di un “successivo documento che esami compiutamente le specifiche problematiche del settore”. Documento che è stato pubblicato nella serata del 2 luglio, sotto forma di ‘chiarimenti'. Nella prima circolare di aprile si specifica chi sono i lavoratori e le imprese che rientrano nell’anticipo a luglio 2018: “Va segnalato che (l’anticipo dell’obbligo, ndr) troverà applicazione per i soli rapporti diretti tra il soggetto titolare del contratto e la pubblica amministrazione, nonché tra il primo e coloro di cui egli si avvale, con esclusione degli ulteriori passaggi successivi”. Il riferimento è ai professionisti che lavorano per l’impresa che ha stipulato il contratto con la Pa.

Nei chiarimenti si ricorda che il subappalto riguarda il contratto “con il quale l’appaltatore affida a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni oggetto del contratto di appalto. L’affidatario comunica alla stazione appaltante il nome del sub-contraente, l’importo del sub-contratto, l’oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati”. Quindi, la fatturazione elettroniche vale solo “nei confronti dei soggetti subappaltatori e subcontraenti per i quali l’appaltatore ha provveduto alle comunicazioni”. Si ritengono quindi esclusi dai nuovi obblighi coloro che forniscono beni “all’appaltatore senza sapere quale utilizzo egli ne farà, utilizzandone magari alcuni per l’appalto pubblico, altri in una fornitura privata”.

Il Parlamento e il ministero dello Sviluppo economico

Il decreto varato dal governo rinvia l’obbligo di fatturazione elettronica solo per i benzinai e non per subappaltatori e subcontraenti. Forse solo una dimenticanza, a cui il Parlamento potrebbe mettere una pezza durante la discussione del decreto che dovrà passare l’esame delle due Camere. La presidente della commissione Finanza di Montecitorio, Carla Ruocco, spiega a Fanpage.it che “al momento siamo in una situazione di stand-by, ma durante la discussione generale ci potrebbero essere delle modifiche”. Non c’è ancora una linea predefinita, ma “l’idea della maggioranza è di rinviare la fatturazione elettronica per tutte le categorie”, anche se una eventuale modifica potrà venire fuori solo dalla discussione in commissione. In sostanza si vuole “allineare” l’obbligo rinviandolo per tutti al primo gennaio 2019.

Ci sarà “collaborazione con il governo”, assicura Ruocco. E la volontà del governo – stando alle parole di Di Maio sui tempi concessi a imprese e professionisti per adeguarsi alla fatturazione elettronica – potrebbe essere quella di rinviare tutto a gennaio 2019 per concedere più tempo ad aziende e lavoratori per adeguarsi alla normativa e al complicato passaggio di modalità per emettere le nuove fatture. Ma dal ministero dello Sviluppo economico fanno sapere che al momento non sono previste azioni politiche da parte del dicastero stesso. "Non è prevista una proroga per altre categorie – spiegano – si è solo deciso di disciplinare diversamente una particolarità" come la situazione dei benzinai. Comunque a intervenire potrebbe essere anche un altro ministero competente, quello dell'Economia. Così molti professionisti e imprese ancora non sanno cosa fare con le loro fatture (cartacee o elettroniche che siano), pur essendo la nuova legge, in teoria, già in vigore.

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