Famiglia residente in Friuli sterminata in Macedonia alla vigilia di un matrimonio
Tre persone uccise, tutte appartenenti alla stessa famiglia. È quanto accaduto in una casa di Debar, piccolo centro della Macedonia al confine con l’Albania. Lì le tre vittime – padre, madre e figlia adolescente macedoni di etnia albanese e residenti da tempo in Friuli Venezia Giulia, a Sacile (Pordenone) – erano tornati per un’occasione lieta, ovvero partecipare al matrimonio di una parente. La famiglia macedone è stata sterminata nel sonno a colpi di pistola nella loro abitazione natale. I due adulti avrebbero avuto almeno un'altra figlia più grande, salva perché sarebbe rimasta a Sacile a causa di impegni di lavoro. Le indagini, stando alle prime indiscrezioni emerse, sarebbero concentrate sulla cerchia dei familiari: a quanto si apprende, in particolare, la polizia starebbe cercando un parente stretto della famiglia con il quale le vittime avrebbero avuto una lite per questioni di confini di proprietà e che sarebbe poi scomparso.
A trovare i corpi senza vita un parente – A fornire maggiori dettagli su quanto accaduto in Macedonia è il quotidiano Messaggero Veneto, secondo cui la strage sarebbe avvenuta il 27 agosto. Le vittime si chiamano Amid Pocesta, cinquantacinque anni, la moglie Nazmije, cinquantatré anni, e la figlia Anila, quattordicenne. A trovare la coppia e la ragazza è stato un parente, preoccupato perché non riusciva a mettersi in contatto con loro. Le vittime si trovavano in un lago di sangue nelle rispettive camere da letto nella loro casa di Debar. Secondo quanto riporta il quotidiano, la coppia era fuggita durante la guerra e aveva raggiunto l'Italia dove Amid lavorava come operaio all’officina Vinal di Sacile e Nazmije, laureata in chimica, lavorava come domestica.
L'assassino sarebbe entrato nella loro casa di notte – Secondo la ricostruzione della polizia, riportata dai principali media macedoni, l’assassino sarebbe entrato dalla finestra, armato di pistola, intorno alle 3 di notte. Prima sarebbero stati uccisi i genitori, poi la ragazzina nel suo letto. I parenti che vivono nella casa a fianco hanno raccontato di non aver udito alcun rumore sospetto.