F35, l’Italia mantiene l’impegno per l’acquisto di 90 aerei
Il governo italiano, nonostante le polemiche, intende mantenere gli impegni assunti che prevedono l’acquisto di 90 caccia F35. A farlo sapere è stato inizialmente l’ufficio del Pentagono addetto agli F35 ma la notizia è stata confermata da autorevoli fonti militari italiane, secondo le quali si sta lavorando per acquistare quel numero di velivoli ma con un taglio consistente dello stanziamento originario. Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti è intervenuta sulla questione attraverso un tweet nel quale, in pratica, ha spiegato che si va avanti secondo i piani iniziali: “Nessuna conferma, nessuna disdetta. Numero di 90 è stato stabilito dal precedente Governo. Il programma prosegue secondo l'illustrazione data al Parlamento”, scrive Pinotti. Da quanto si apprende, il numero di 90 F35 non si tocca anche perché si rischierebbe di perdere la manutenzione in Italia, a Cameri (Novara), di tutti gli F35 europei.
Secondo quanto emerso finora, il programma F35 dovrebbe costare all'Italia quasi 14 miliardi, di cui parte del Parlamento ha chiesto il dimezzamento. Si tratta di una somma già ridotta dopo che la Difesa, durante il Governo Monti, ha deciso un ridimensionamento del programma, passando da 131 velivoli iniziali ai 90 di oggi. Sui caccia, il Paese ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri lo stabilimento dove verranno costruite le ali e il blocco centrale della fusoliera e che oggi è stato designato come unico centro di manutenzione in Europa. L'esigenza primaria dell'Italia sarebbe quella di sostituire con i nuovi F35 gli AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell'Aeronautica che dal 1991 hanno operato in tutte le missioni internazionali. I 90 F35 dovrebbero rimpiazzare circa 250 vecchi velivoli. Secondo alcune stime, il programma F35 dovrebbe garantire al Paese circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto.