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F35, interviene il Consiglio di Difesa: “Spetta al governo decidere sull’acquisto” (VIDEO)

L’organo di rilievo costituzionale presieduto da Napolitano si è riunito oggi al Quirinale e ha espresso una posizione chiara sul caso dei cacciabombardieri: “Il Parlamento non ha diritto di veto. Ogni decisione operativa spetta per natura all’esecutivo”
A cura di Biagio Chiariello
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E' giusto non mettere in discussione un "sindacato" delle Camere sullo svecchiamento delle Forze Armate, nel quadro delle alleanze Ue e Nato, ma "tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative che spettano all'Esecutivo". Lo afferma il Consiglio supremo di Difesa svoltosi al Quirinale alla presenza di Giorgio Napolitano. In altre parole, secondo l'organismo costituzionale, Camera e Senato non possono porre veti al governo sull'adozione di provvedimenti riguardanti l'acquisto degli F35. Il riferimento indiretto è sopratutto alla mozione di maggioranza, approvata lo scorso 26 giugno, che impegna l'esecutivo a non procedere a "nuove acquisizioni" nell'ambito del programma di acquisto dei cacciabombardieri senza che il Parlamento si sia espresso dopo un'indagine conoscitiva di sei mesi. I parlamentari nella mozione chiedono, nel caso degli F35, di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito".

 “La facoltà di sindacato delle commissioni parlamentari – si legge nella nota – non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”.

Insomma, spetterà al premier Letta e ai suoi ministri, quindi, decidere se acquistare o meno il caccia americano costruito da Lockheed Martin e partecipato da Finmeccanica del quale le nostre Forze armate hanno previsto un ordine di 90 esemplari per rimpiazzare gli aerei attualmente in attività. Alla riunione, presieduta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, hanno partecipato: il presidente del Consiglio, Enrico Letta; il ministro degli Esteri, Emma Bonino; il ministro dell'Interno, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni; il ministro della Difesa, Mario Mauro; il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli.

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