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Expo 2015, la Procura: “Circuito perverso”, mani anche sulla sanità

Le carte della procura parlano di un sistema ben consolidato che gestiva anche gli appalti della sanità lombarda.
A cura di Antonio Palma
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Una vera e propria cordata i cui interessi si spingevano ben oltre Expo 2015 arrivando fino alla sanità lombarda, è quanto emerge dalle carte della Procura milanese che sta indagando sugli appalti di Expo 2015 e che ha portato giovedì all’arresto di ben sette persone con l’accusa di associazione per delinquere. Secondo i Pm si era creato un “un circuito deflagrante e perverso pilotato dagli gli ex parlamentari Luigi Grillo e Gian Stefano Frigerio insieme a Primo Greganti”. In pratica tutto era gestito attraverso appalti truccati a danno delle altre imprese, un sistema consolidato nel tempo da un gruppo che, come si evince dalle intercettazioni, era ben attivo fino al giorno degli arresti. Secondo le carte dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, il gruppo mirava alla sanità lombarda e in modo particolare al progetto "Città della salute" e per raggiungere i propri obiettivi gli arrestati cercavano “protezioni politiche”.

Sequestrate le buste con le offerte su Città della salute – Mentre gli arrestati rinchiusi nel carcere di Opera attendono gli interrogatori di garanzia fissati per lunedì, i risultati delle perquisizioni effettuate dalla Gdf e dalla Dia di Milano hanno fatto emergere altri particolari sulla vicenda. Oltre ad essere stati sequestrati  12 mila euro in contanti, infatti, sono state trovate anche le buste chiuse con le offerte sul progetto Città della Salute. La procura parla di appalti per oltre mezzo miliardo di euro anche relativi a molti ospedali lombardi e l'inchiesta ha accertato il versamento o la promessa di tangenti per un totale di circa un milione di euro. “Il sodalizio impostava la consueta strategia di intervento già collaudata con riferimento ad altre gare d'appalto previa individuazione e valutazione delle opzioni anche politiche in grado di assicurare un intervento efficace sulla procedura ad evidenza pubblica e con successiva individuazione degli imprenditori da favorire con avvicinamento e corteggiamento” ha scritto il Gip nelle ordinanze di custodia cautelare.

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