Nella giornata di ieri si erano fatte sempre più insistenti le indiscrezioni che parlavano della presunta volontà del Presidente brasiliano Lula di non concedere l'estradizione in Italia per Cesare Battisti. Indiscrezioni e voci che riflettevano comunque l'orientamento del Governo e che in qualche modo erano state rilanciate da una intervista a "Il Riformista" del senatore brasiliano Suplicy che sottolineava la decisione del Presidente Berlusconi di non creare problemi al Governo brasiliano nel caso in cui Lula decidesse per il no all'estradizione.
Una dichiarazione contestata con forza dal Governo italiano con la Presidenza del Consiglio che precisa come "non ha mai mostrato sottovalutazione per la vicenda dell'estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall'Italia a ogni livello perché Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana". Dunque nessun cambio di orientamento e la ferma decisione di continuare a chiedere l'estradizione dello "scrittore" condannato all'ergastolo in contumacia per quattro ommicidi, come sottolineato anche dal Ministro degli Esteri Franco Frattini che in una nota afferma: "Il governo si riserva, sulla base della decisione del Presidente brasiliano Lula, di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano".
Insomma, una vicenda che rischia di segnare in modo indelebile le relazioni bilaterali fra i due Stati, con il Presidente Lula, giunto tra l'altro al suo mandato conclusivo, chiamato a resistere alle pressioni della comunità degli intellettuali solidali con Battisti per ottemperare alla richiesta italiana, supportata tra l'altro da una sentenza del Tribunale Supremo Federale. Nelle prossime ore dunque, sono attese sostanziali novità con la decisione definitiva del Governo brasiliano che scriverà una nuova pagina della triste storia italiana degli anni di piombo.
