Zomi, lo “chef” Damian e l’autista Saif: chi sono gli operatori umanitari uccisi nel raid a Gaza
Uno chef polacco, un traduttore palestinese e una operatrice australiana. Sono questi alcuni dei 7 cooperanti umanitari della World Central Kitchen uccisi nelle scorse ore in un raid israeliano a Gaza. Si trovavano nella Striscia insieme all'organizzazione non governativa, nata da una idea dello chef José Andrés e dedicata a fornire pasti in luoghi di emergenza per disastri naturali o di altro genere. Sono stati colpiti mentre distribuivano cibo nella zona di Deir al-Balah.
Tra le prime vittime identificate c'è l'australiana Lalzawmi Frankcom, conosciuta anche come Zomi: 43 anni, originaria di Melbourne, appena una settimana fa compariva in un video girato dalla Ong proprio a Gaza. "Era il tipo di persona che se ci fossero stati problemi da qualche parte avrebbe mollato tutto e sarebbe andata lì", ha commentato la sua famiglia. Ha svolto un "lavoro straordinariamente prezioso" aiutando a distribuire cibo nella Striscia di Gaza assediata e adesso l'Australia "cercherà di ottenere una piena e adeguata responsabilità", ha commentato il premier australiano Anthony Albanese, confermando la notizia del decesso della donna.
Gli altri volontari provenivano da Polonia, Regno Unito, Canada— uno, con doppia cittadinanza degli Stati Uniti — e dalla Palestina. Tra questi c'è Damian Rafal Sobol, 36 anni di origine polacca. Lavorava in cucina e sull’account Facebook di World Central Kitchen compare in un video di un mese fa, insieme allo chef Oli. Il suo nome stava circolando da ore sui social, poi è arrivata la conferma del suo decesso da parte stato del sindaco della città di Przemyśl, Wojciech Bakun. Il Ministero degli Affari esteri di Varsavia ha chiesto a Tel Aviv spiegazioni in merito all'attacco.
Secondo la Cnn, che cita l'ospedale di Gaza Al Aqsa Martyrs, tra le vittime c'è anche Saif Issam Abu-Taha, un autista e traduttore palestinese che lavorava con la World Central Kitchen. Il gruppo di cooperanti stava viaggiando in "una zona senza scontri a bordo di due auto blindate marchiate con il logo WCK", scrive sul suo sito la stessa Ong sottolineando che "nonostante il coordinamento dei movimenti con l'Idf, il convoglio è stato colpito mentre lasciava il magazzino di Deir al-Balah, dove la squadra aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari portati a Gaza lungo la rotta marittima".
"Questo non è solo un attacco al WCK, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che lavorano nelle situazioni più terribili, quando il cibo viene utilizzato come arma di guerra. Ciò è imperdonabile", ha commentato Erin Gore, CEO di World Central Kitchen.