Ucraina, Zelensky: “Prossime settimane saranno difficili ma dobbiamo combattere per liberare la nostra terra”
"I russi stanno conducendo una guerra brutale nei nostri confronti, come non accadeva da quasi ottant'anni in Europa. Una guerra totale". Comincia con queste parole il consueto messaggio della notte di Volodymyr Zelensky: "A Desna, nella Regione di Chernihiv, è stata completata la rimozione dei detriti dopo l'attacco con quattro missili russi – racconta il presidente ucraino – Sono morte 87 persone". Dal 24 febbraio la Russia, di missili, "ne ha lanciati 2.275, di cui 1.474 hanno colpito l'Ucraina – sottolinea Zelensky – La maggior parte sono stati lanciati su obiettivi civili. Abbiamo avuto più di tremila attacchi aerei in tre mesi".
Poi Zelensky è torna a chiedere armi e attrezzature militari, affinché l'Ucraina possa continuare a resistere e difendersi dall'aggressione russa. "Tutti i nostri partner concordano sul fatto che l'Ucraina combatte contro la Russia per proteggere i nostri valori comuni, la nostra libertà – dice il presidente ucraino – bene, allora abbiamo diritto agli aiuti militari, con urgenza". Zelensky ringrazia chi sta inviando armi e chi continuerà a farlo.
Poi passa ai risultati sul campo: "La situazione più difficile è nel Donbass – dice il presidente ucraino – stanno cercando di distruggere qualsiasi cosa ci sia di vivo lì". E sottolinea: "Nessuno ha distrutto il Donbass più di quanto stia facendo ora l'esercito russo". Poi ringrazia la marina e racconta di aver premiato dei soldati morti in battaglia.
"Le prossime settimane di guerra saranno difficili, dobbiamo esserne consapevoli – spiega Zelensky agli ucraini – ma non abbiamo alternative se non combattere. Combattere e vincere per liberare la nostra terra e la nostra gente, perché gli occupanti vogliono portarci via tutto ciò che abbiamo". Poi aggiunge: "Per vincere ognuno di noi deve fare la sua parte". E conclude raccontando di essere intervenuto al World economic forum di Davos, dove ha chiesto – ancora una volta – supporto economico e militare, ma anche di alzare il livello di pressione sulla Russia.