Zelensky oggi in Portogallo e Belgio per nuovi aiuti militari. No di Orban a sanzioni UE alla Russia
Dopo la Spagna – dove ha incassato l'impegno a ricevere un miliardo di euro di aiuti militari per il 2024 dal premier Sanchez – il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si recherà oggi in Portogallo per incontrare il primo ministro Luis Montenegro e il presidente Marcelo Rebelo de Sousa. "La visita di lavoro" del leader di Kiev "rientra nel desiderio condiviso di approfondire le eccellenti relazioni tra i due Stati, con particolare enfasi sul rafforzamento della cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa", hanno scritto il governo e la presidenza in un comunicato. Il Portogallo intende ribadire il suo "impegno per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, nonché per il mantenimento del sostegno politico, militare, finanziario e umanitario a Kiev", hanno aggiunto le autorità portoghesi nel comunicato. Zelensky e Montenegro devono firmare un "accordo bilaterale di impegno sulla sicurezza".
Dopo Spagna e Portogallo il presidente ucraino sarà anche a Bruxelles per incontrare il premier Alexander De Croo. Belgio e Ucraina, in occasione della visita del presidente ucraino, firmeranno un accordo bilaterale in materia di sicurezza e difesa. Il programma prevede che Zelensky venga accompagnato ad incontrare i piloti, istruttori e personale tecnico degli F-16. Il leader ucraino parteciperà a un briefing sul funzionamento e sulla manutenzione dei caccia belgi da parte dei militari locali. Il Belgio ha annunciato la sua decisione di consegnare gli F-16 all'Ucraina e, se possibile, di fornire il primo aereo entro la fine di quest'anno.
Dall'Ungheria no a un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina
Intanto l'Ungheria ha annunciato il suo veto sul quattordicesimo pacchetto di sanzioni UE. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Péter Szijjártó a margine del Consiglio Esteri spiegando che Budapest non voterà a favore del pacchetto perché "nella sua forma attuale è assolutamente contrario agli interessi economici dell'Ungheria" e "metterebbe a rischio la sicurezza dell'approvvigionamento energetico del paese". Le misure restrittive proposte contengono "elementi che rallenterebbero gli investimenti nella centrale nucleare di Paks" e che "potrebbero essere fatali per l'agricoltura e l'industria alimentare ungherese". Poco prima Budapest aveva confermato il veto allo stanziamento di 5 miliardi di euro in aiuti militari all'Ucraina: "Non abbiamo ceduto alle pressioni", ha rivendicato Szijjarto, che ha inoltre tuonato contro l'ipotesi di invio di personale militare a difesa di Kiev: "Non permetteremo che i giovani ungheresi siano mandati in guerra perché questa non è la nostra guerra, giù le mani dai giovani ungheresi. La perdita di vite umane in Ucraina sta diventando sempre più insopportabile, agli uomini ucraini non è permesso lasciare l'Ucraina e ora si vogliono arruolare giovani europei nella guerra".