Zelensky nel giorno del secondo anniversario dell’invasione russa: “Vinceremo, combattiamo per questo”
“Vinceremo!”: a due anni esatti dall’inizio della guerra in Ucraina torna a parlare il presidente Volodymyr Zelensky, che così ha voluto ricordare il secondo anniversario dell’invasione russa. "Stiamo combattendo per questo. Per 730 giorni della nostra vita. E vinceremo, nel giorno più bello della nostra vita", le parole di Zelensky durante una cerimonia commemorativa all'aeroporto militare di Hostomel, vicino Kiev.
"Puoi bruciare un aereo, ma non puoi distruggere il nostro sogno. Il sogno con cui ognuno di noi si addormenta e si sveglia da 730 giorni", ha aggiunto ancora. "Nessuno di noi permetterà che la nostra Ucraina finisca", ha detto quindi il presidente aggiungendo che in futuro "accanto alla parola Ucraina ci sarà sempre la parola ‘indipendente'".
Il leader ucraino ha ribadito la richiesta di aumentare la pressione sull’economia russa. "Grazie per i pacchetti di aiuti, vi ringrazio per ogni decisione sulle sanzioni e per ogni passo che consente di arrivare alla fine giusta di questa guerra. Putin deve fallire come qua a Hostomel", ha detto Zelensky alla cerimonia in onore dei soldati protagonisti della battaglia di Hostomel. "Vi sono grato per essere qui con noi, per il vostro sostegno, per l'aiuto al nostro Paese a distruggere l'occupante", ha aggiunto rivolgendosi ai leader internazionali giunti nella capitale per il secondo anniversario della guerra.
"Il popolo ucraino continua a sorprendere il mondo: nonostante la situazione sempre difficile dobbiamo ricordare la strada che avete già percorso, ricordare tutte le vittorie", ha dichiarato oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parlando all'aeroporto Antonov.
"Sono certa che il popolo ucraino sorprenderà ancora il mondo, finché l'ultimo soldato russo non sarà cacciato dal territorio ucraino" ha proseguito Von der Leyen, accompagnata da Zelensky, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal presidente di turno dell'Ue Alexander de Croo e dal premier canadese Justin Trudeau.