Ucraina, Zelensky: “Il giorno della liberazione è vicino, torneremo indipendenti come 77 anni fa”
"Credo che il giorno della nostra liberazione si stia avvicinando". Durante un discorso alla Danimarca, nell'anniversario della liberazione del paese dall'occupazione nazista, il premier ucraino Zelensky suona la carica al suo popolo. Secondo il numero uno di Kiev non è ancora chiaro per quanti altri giorni andrà avanti questa guerra, perché "lo Stato russo non è pronto a fermare la guerra", ma il "loro sogno di inglobare l'Ucraina e altri paesi europei non si avvererà". Zelensky è infatti convinto che si arriverà alla pace e Kiev tornerà del tutto libera come 77 anni fa, dopo la Secondo guerra mondiale.
Il presidente ha poi riferito nel messaggio notturno alla nazione che ieri sono state evacuate 344 persone da Mariupol e dalle aree circostanti a Zaporizhzhia. "Sono grato a tutti coloro che hanno reso l'operazione di evacuazione un successo", ha detto, continuando a chiedere un cessate il fuoco per evacuare coloro che rimangono a Mariupol. Il governo ucraino, infatti, insiste nel negoziato con i russi per salvare tutte le persone presenti soprattutto nelle acciaierie Azovstal, dove sono ci sono civili, tra cui donne e bambini. Intanto, però, Kiev chiede maggiore sostegno alle Nazioni Unite, con il segretario generale Antonio Guterres che ha schierato l'Onu in prima linea per l'organizzazione di corridoi umanitari. Guterres e Zelensky hanno parlato soprattutto di questo in una nuova conversazione telefonica nella giornata di ieri.
Zelensky ha poi discusso con il premier israeliano Naftali Bennett di quanto detto a Rete 4 dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e in particolare sul paragone con Hitler in base al comune "sangue ebreo". Secondo il presidente ucraino Lavrov avrebbe "insultato il mondo intero". Nel colloquio, poi, Bennett ha chiesto di essere aggiornato sulla situazione a Mariupol e in tutta l'Ucraina orientale.