Zelensky chiede di far entrare l’Ucraina nell’Unione europea: cosa cambierebbe se dovesse succedere
L'Ucraina non vuole entrare solo nella Nato, ma anche nell'Unione europea. Nei giorni di guerra durissima, scatenata dalla Russia di Putin, il presidente ucraino Zelensky sta continuando a chiamare uno a uno i leader occidentali, chiedendo aiuti militari e – fondamentalmente – cercando un sostegno in un conflitto che sa di non poter risolvere da solo. Zelensky è rimasto a Kiev e lo ha confermato con un video questa mattina, dopo la notte in cui la capitale è stata assediata. Erano circolate notizie riguardo a una sua possibile fuga, subito smentite dal presidente stesso. Questa mattina, dalla capitale, Zelensky ha continuato i suoi colloqui telefonici – ricordiamo il malinteso di ieri con Mario Draghi – e ha sentito il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
"È il momento cruciale per chiudere una volta per tutte questa lunga discussione e decidere in merito all'adesione dell'Ucraina all'Unione europea – ha rilanciato Zelensky su Twitter al termine del colloquio telefonico con Michel – Ho appena parlato con il presidente del Consiglio europeo di un'ulteriore assistenza effettiva e dell'eroica lotta degli ucraini per il loro futuro libero". Insomma, sono giorni che il presidente ucraino rilancia questa possibilità. E non è difficile capire quanto sarebbe importante per lui e per il Paese oggi. L'ingresso dell'Ucraina in tempi brevi, però, è praticamente impossibile. Senza considerare il fatto che ci sarebbero delle conseguenze militari.
Il Trattato dell'Unione europea, infatti, prevede la clausola di difesa reciproca. Ma cosa stabilisce il Trattato? All'articolo 42 – modificato nel 2009 – viene specificato che tutti i Paesi dell'Unione sono obbligati ad assistere uno Stato membro che è "vittima di un'aggressione armata sul suo territorio". Tuttavia non è stata prevista alcuna procedura formale, così come non c'è un riferimento esplicito a un'assistenza di tipo militare. Ad esempio la richiesta di aiuto militare è stata avviata dalla Francia dopo gli attentati di Parigi nel 2015, con alcuni Paesi che si sono uniti alle operazioni contro i terroristi dell'Isis in Siria e Iraq.