Zelensky al G7 chiede armi, sanzioni alla Russia, sblocco del grano e aiuto per la ricostruzione
I leader del G7 intorno a un tavolo rotondo, in alto una finestra su Kiev che ormai siamo stati abituati a vedere un po' ovunque negli ultimi mesi. Quella finestra è una videochiamata e dall'altro lato c'è Volodymir Zelensky. Il presidente ucraino sta partecipando al vertice di questa mattina tra i leader dei grandi Paesi del mondo: Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Canada, Giappone e Regno Unito; insieme alla presidente della Commissione europea Von der Leyen e al presidente del Consiglio Ue Michel. Sul tavolo rotondo dei leader – a cui è seduto anche il presidente Draghi – Zelensky ha portato diversi temi, dopo aver ringraziato i capi di Stato e di governo presenti per il loro sostegno all'Ucraina.
"Sistemi di difesa antiaerea, sicurezza, esportazioni di grano, sanzioni e ricostruzione". Sono questi i cinque punti su cui Zelensky ha chiesto l'aiuto dei leader del G7: altre armi, sia pure difensive, per combattere l'invasore; il tema della sicurezza, che sempre le armi riguarda, e magari anche la garanzia nel caso ci si avvicini a un accordo di pace; la questione del grano, che resta ancora bloccato e su cui non c'è ancora stato modo di sbloccare l'export; le sanzioni alla Russia, che continuano a essere lo strumento principale con cui l'Occidente intende fermare Putin; la ricostruzione dell'Ucraina, che tutti ci auguriamo avvenga il prima possibile, ma in ogni caso sarà lunga e costosa.
Non c'è alcun accordo di pace che "Zelensky possa davvero fare", dice il premier britannico Johnson intervistato dalla Bbc: "In queste circostanze, i sostenitori dell'Ucraina in tutto il mondo devono continuare ad aiutare Kiev ed è quello che faremo". Il cancelliere tedesco Scholz, invece, sottolinea: "Bisogna evitare un conflitto fra Nato e Russia" e anche evitare di "cadere nella trappola tesa dal presidente Putin di presumere che il mondo sia diviso fra la parte occidentale e tutti gli altri Paesi". E aggiunge: "Le democrazie esistono in tutto il mondo, e hanno prospettive simili". La guerra "comporta conseguenze in tutto il pianeta", molti Paesi "hanno paura di una crisi legata alla fame, e dell'aumento massiccio dei prezzi dell'energia".