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Yemen, terzo giorno di scontri a Sana’a: muoiono altre 15 persone

Sana’a, capitale dello Yemen continua ad essere teatro di violenti scontri tra le truppe del presidente Saleh e quelle dello sceicco al Ahmar. Nella notte sono morte altre 15 persone, tra queste anche una bambina di 7 anni.
A cura di Alfonso Biondi
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Scontri a Sana'a

Continuano gli scontri a Sana'a, capitale dello Yemen e gli scenari sembrano proprio quelli di una guerra civile. Nella notte la città è stato teatro dell'ennesimo scontro tra gli uomini del potente capo tribù Sheikh Sadek al Ahmar e quelli dell'attuale presidente Ali Abdullah Saleh. Gli scontri hanno riguardato il quartiere di al-Hassaba, nel nord della capitale. Anche stavolta il bilancio è drammatico: 15 persone hanno perso la vita e, tra queste, c'è anche una bambina di soli 7 anni. La piccola si trovava nei pressi della sua abitazione quando è stata colpita da un proiettile vagante. A Sana'a gli scontri vanno avanti da 3 notti consecutive e, purtroppo, non c'è nulla che faccia pensare a una fine delle ostilità, anzi.

Secondo quanto riferito da fonti locali, altri miliziani della tribù degli Hashid starebbero accorrendo nella capitale per dar man forte allo sceicco al Ahmar e, lungo il tragitto, avrebbero già dato vita ad alcuni violenti scontri con le forze governative. Uno scontro sarebbe avvenuto a circa 15 km a nord della città per la violazione di un posto di blocco da parte degli uomini di al Ahmar. Insomma l'impressione è che la mattanza andrà avanti per molto, nonostante ieri nella capitale abbiano perso la vita altre 37 persone (41 per l'emittente satellitare Al Arabiya).

L'aria si fa decisamente pesante. La guerra civile in atto coinvolge infatti anche i civili che vedono occupate le proprie abitazioni dagli uomini del presidente o da quelli di al Ahmar che le utilizzano come basi per sparare contro gli avversari. Ormai la città non è più sicura né per i civili né per gli stranieri che ci lavorano.

Ieri anche la decisione della Farnesina di chiudere temporaneamente l'ambasciata italiana a Sana'a. Il Ministero degli Esteri ha infatti disposto il rimpatrio di tutti i dipendenti dato che, come aveva affermato il portavoce di Frattini Massari, “sono arrivate minacce di attentati contro ambasciate europee situate nell’area della nostra ambasciata”.

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