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Yemen, Medici Senza Frontiere lascerà il nord del paese dopo gli attacchi agli ospedali

“Quello contro l’ospedale di Abs lo scorso 15 agosto è il quarto e più letale attacco contro strutture supportate da MSF dall’inizio di questa guerra, ma ci sono stati altri innumerevoli attacchi contro altre strutture e servizi sanitari in tutto lo Yemen”, si legge in un comunicato dell’organizzazione.
A cura di Claudia Torrisi
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Dopo il bombardamento aereo dell’ospedale di Abs in Yemen lo scorso 15 agosto, che ha provocato 19 morti e 24 feriti, Medici senza frontiere ha annunciato che evacuerà il su staff dagli ospedali che supporta nei governatorati di Saada e Hajjah, nel nord del paese. "Quello contro l’ospedale di Abs è il quarto e più letale attacco contro strutture supportate da MSF dall’inizio di questa guerra, ma ci sono stati altri innumerevoli attacchi contro altre strutture e servizi sanitari in tutto lo Yemen", si legge in un comunicato dell'organizzazione.

Negli ultimi 8 mesi, Msf "ha incontrato esponenti di alto livello della coalizione a guida saudita in due occasioni a Riyadh, per garantire l’assistenza umanitaria e medica per gli yemeniti e per chiedere garanzie che gli attacchi contro gli ospedali sarebbero cessati. Ma i bombardamenti aerei sono comunque continuati, nonostante Msf abbia sistematicamente condiviso con tutte le parti in conflitto le coordinate GPS degli ospedali in cui lavora. I rappresentanti della coalizione dichiarano ripetutamente di onorare il Diritto Internazionale Umanitario, ma questo attacco mostra che hanno fallito nel controllare l’uso della forza e nell’evitare gli attacchi contro ospedali pieni di pazienti".

L'organizzazione "non è né soddisfatta né rassicurata dalla dichiarazione della coalizione secondo cui questo attacco è stato un errore" e data "l’intensità dell’attuale offensiva e avendo perso fiducia nella capacità della coalizione di evitare questi attacchi letali" ritiene che gli ospedali nei governatorati di Saada e Hajjah "non siano sicuri né per i pazienti né per lo staff. La decisione di evacuare lo staff da un progetto, che in questo caso include ostetrici, pediatri, chirurghi e specialisti di pronto soccorso, non è mai presa alla leggera, ma in mancanza di garanzie credibili che le parti di un conflitto rispetteranno lo status di protezione delle strutture sanitarie, degli operatori sanitari e dei pazienti, possono non esserci alternative. Sulla base degli ultimi eventi, questo è il caso dei governatorati di Hajjah e Saada".

"Questo ultimo incidente mostra che le regole di ingaggio, i protocolli e le procedure militari attuali sono inadeguate a evitare attacchi contro gli ospedali e necessitano di revisioni e cambiamenti" ha detto Joan Tubau, direttore generale di Msf. L'organizzazione "chiede alla coalizione a guida saudita e ai governi che la supportano, in particolare Stati Uniti, Regno Unito e Francia, di garantire l’applicazione immediata di misure volte ad aumentare in modo sostanziale la protezione dei civili". Gli ospedali a Saada, Haydan, Razeh, Abs, Yasnim, and Hajjah continueranno a lavorare con staff del Ministero della Salute e volontari. Msf si è detta"profondamente rammaricata per le conseguenze di questa evacuazione per i propri pazienti e per i colleghi yemeniti del Ministero della Salute che continueranno a lavorare nelle strutture sanitarie in condizioni non sicure. Auspichiamo che le condizioni di sicurezza miglioreranno in modo che la popolazione abbia un po’ di respiro e che le équipe di Msf siano in grado di tornare a fornire cure mediche estremamente necessarie. MSF è rammaricata per il fallimento collettivo nel proteggere i civili yemeniti dall’azione militare e fornire una risposta umanitaria adeguata per aiutarli".

Nel suo comunicato Msf ha espresso ferma condanna per il modo "in cui tutti gli attori coinvolti, la coalizione a guida saudita, gli Houti e i loro alleati, stanno conducendo questa guerra compiendo attacchi indiscriminati senza alcun rispetto dei civili" e porge "le proprie più sincere condoglianze alle famiglie del nostro staff e dei pazienti che sono morti durante l’attacco. Il fatto che staff medico e persone malate o ferite vengano uccise all’interno di un ospedale dice tutto sulla crudeltà e la disumanità di questa guerra". Prima di questa evacuazione, l'organizzazione era attiva in 11 ospedali e centri di salute in Yemen e forniva supporto ad altri 18 ospedali o centri di salute in otto governatorati: Aden, Al-Dhale’, Taiz, Saada, Amran, Hajjah, Ibb and Sana’a.

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