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Yemen, la fine del tiranno Saleh

Dopo oltre trent’anni di dominio, il Presidente dello Yemen ha firmato un accordo per trasferire i proprio poteri al vicepresidente, in cambio dell’immunità giudiziaria per sé e per la sua famiglia: immediate le proteste dell’opposizione e le manifestazioni che le milizie di Saleh stanno reprimendo nel sangue. Il bilancio, per ora, è di cinque vittime.
A cura di Nadia Vitali
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Dopo oltre trent'anni di dominio, il Presidente dello Yemen ha firmato un accordo per trasferire i proprio poteri al vicepresidente, in cambio dell'immunità giudiziaria per sé e per la sua famiglia, l'iniziativa ha immediatamente suscitato proteste dell'opposizione e manifestazione che le milizie di Saleh stanno reprimendo nel sangue. Il bilancio, per ora, è di cinque vittime.

Dopo dieci mesi di rivolte che hanno insanguinato e destabilizzato il paese, paralizzando lo Yemen ed indebolendone il governo al punto che in alcune zone del Sud militanti fondamentalisti hanno preso il potere ed assunto il controllo, il Presidente Ali Abdallah Saleh ha finalmente firmato ieri un accordo per il trasferimento pacifico dei poteri, presentatogli dal Consiglio per la Cooperazione del Golfo; per ben tre volte, dall'aprile scorso, Saleh si era rifiutato di accettare la proposta.

La cerimonia per il passaggio dell'autorità si è svolta a Riyad, alla presenza del Re Abdallah dell'Arabia Saudita e dei Ministri degli Esteri dei paesi che affacciano sul Golfo; il piano prevede che Saleh resti Presidente «onorario» per altri novanta giorni, durante i quali non avrà comunque alcun diritto sulle decisioni prese dal suo successore; scaduti i tre mesi, verrà designato l'attuale vicepresidente Abdrabuh Mansur Hadi come reggente, con l'incarico di formare un governo di unità nazionale con l'opposizione, il cui fine sarebbe la stesura di una nuova Costituzione.

Il periodo provvisorio per la Presidenza di Hadi sarà di due anni, al termine dei quali sono previste le elezioni politiche. Sebbene il monarca saudito abbia parlato dell'apertura di una «nuova pagina» per la storia dello Yemen, le sue parole si scontrano con i termini dell'accordo siglato che hanno, prevedibilmente, suscitato le proteste dell'opposizione; al Presidente uscente e alla sua famiglia, infatti, è stata garantita l'immunità giudiziaria e, stando a quanto dichiarato dal segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon, Saleh si recherà negli Stati Uniti «per curarsi».

Non solo, dunque, alcun processo verrà intentato contro il tiranno per le centinaia di morti di questi ultimi mesi, ma da Saleh era arrivata anche la richiesta al Consiglio del Golfo di «continuare a sostenere e controllare» l'esecuzione del piano per il passaggio del potere. Forte e deciso è arrivato il no dell'opposizione che, respingendo l'accordo, ha invitato gli attivisti anti-regime a scendere in piazza a protestare contro quest'immunità che offende l'intero paese: il bilancio delle manifestazioni è, per ora, già di cinque vittime accertate, numero che potrebbe aumentare nelle prossime ore. Al Jazeera afferma che le milizie di Saleh, in borghese, stanno sparando sulla folla nelle piazze della capitale Sanaa.

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