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Yemen, a Sana’a la polizia spara sui manifestanti: 10 morti e 200 feriti

Nella notte le forze di polizia dello Yemen hanno aperto il fuoco su migliaia di manifestanti che stavano marciando verso un edificio del governo. Il bilancio è di 10 morti e centinaia di feriti.
A cura di Alfonso Biondi
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Manifestanti in Yemen

Un'altra notte d'inferno in Yemen. A Sana'a, la capitale del Paese, le forze del regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che marciavano verso la sede del governo. Il bilancio è di 10 morti. Moltissimi i feriti; secondo quanto riferito da fonti mediche al sito d'informazione locale "al-Masdar" sarebbero circa 200: un centinaio è stato raggiunto dai proiettili; un altro centinaio, invece, è rimasto intossicato dai lacrimogeni. Le forze governative hanno dichiarato di aver sparato sulla folla per timore che questa potesse assaltare gli edifici governativi. La manifestazione di ieri ha visto una grande partecipazione da parte della popolazione: ben 10mila persone infatti hanno dato vita a una marcia pacifica partita dall'Università e diretta verso la sede della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Altre iniziative parallele al corteo che ha sfilato per la capitale si sono tenute in altre città dello Yemen e, anche in questo caso, non sono mancati morti e feriti.  A Taez la polizia ha ucciso 2 manifestanti e ne ha feriti diverse decine con armi da fuoco, manganelli e lacrimogeni; i dimostranti hanno reagito appiccando il fuoco a una stazione di polizia. Anche a Hodeida, città sul Mar Rosso, è stato ucciso un manifestante. Anche qui, secondo il racconto di alcuni testimoni, la polizia avrebbe aperto il fuoco sui dimostranti che si dirigevano verso un edificio del governo. Un morto anche a Dhamar.

La tensione nel Paese è altissima. Mohammad al-Qibly, leader del movimento dei giovani dimostranti a Sanaa, ha dichiarato ad AL Jazeera: "E' un massacro, stanno sparando alla cieca. E' una scena terrificante nel vero senso della parola". Le manifestazioni di ieri fanno parte di una vibrante protesta che in Yemen, come in altri paesi del mondo arabo, è partita a fine gennaio e che dalla capitale Sana'a s'è estesa a macchia d'olio agli altri importanti centri urbani del Paese: Taez e Aden, solo per citarne alcuni. L'obiettivo di questa protesta è ottenere le dimissioni dell'attuale presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni.

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