Wyoming (USA): Senato favorevole alla reintroduzione della fucilazione
Plotone d'esecuzione al posto dell'iniezione letale: è la controversa proposta approvata dal senato dello stato del Wyoming – negli USA – con 17 voti favorevoli e 12 contrari, nella convinzione che sia giusto procedere con la fucilazione di un condannato alla pena capitale qualora non sia disponibile la sostanza con cui si pratica l'iniezione letale. Il testo ora passa all'analisi della camera, dove dovrebbe trovare più opposizione malgrado il governatore Matt Mead abbia già fatto sapere di essere pronto a firmarlo.
Va specificato, comunque, che nel Wyoming – lo stato meno popoloso degli USA – in questo momento non ci sono condannati a morte e dal 1976 – anno in cui il governo legalizzò nuovamente la pena capitale – solo un detenuto è stato giustiziato. L'iniziativa dei senatori, tuttavia, non può non destare preoccupazione, anche perché è indicativa di un sentimento comune in molte aree del paese. All'origine della norma c'è lo stop alle forniture di farmaci utilizzati per l'iniezione letale da parte di molti paesi europei, Italia compresa, nella convinzione che la pena capitale sia una barbarie nel paese che si dichiara "patria" della democrazia. Ciò ha imposto ai 32 stati che applicano ancora la pena di morte di trovare soluzioni alternative: in alcuni casi i veleni non hanno funzionato a dovere, esponendo i condannati a sofferenze atroci: per questo in alcuni stati non si disdegnano i metodi più "antichi" e tradizionali: lo Utah ha avviato la pratica legislativa per reintrodurre la fucilazione, mentre Alabama e Tennesse intendevano ripristinare la sedia elettrica. Ovviamente ciò non vuol dire che si arriverà a tanto, ma gli iter legislativi stanno a dimostrare come in molti stati la pena capitale sia un metodo ancora decisamente considerato.
