Wuhan, al via i lavori per la costruzione del secondo ospedale: sarà pronto in una settimana
A Wuhan, la città cinese epicentro dell'epidemia di coronavirus, che ha finora fatto 132 morti e almeno seimila contagi, sono cominciati i lavori del secondo ospedale, quello di Leishenshan, che dovrebbe essere pronto nel giro di una settimana per poter accogliere i pazienti affetti dall'infezione. La notizia è stata lanciata dalle agenzia di stampa locali e riprese immediatamente dalla stampa internazionale. La struttura ospiterà 1600 posti letto, 300 in più rispetto al progetto iniziale, che si vanno così a sommare agli altri mille del primo edificio, quello di Huoshenshan, la cui costruzione è quasi terminata e che dovrebbe essere inaugurato all'inizio della prossima settimana.
La realizzazione dell'ospedale di Leishenshan è stata dunque avviata, come dimostra il time-lampse pubblicato dall'agenzia di stampa cinese CGTN in cui si vedono scavatrici ed operai a lavoro. Stando a quanto riferito dalle autorità, la struttura sarà grande 60mila metri quadrati e potrà ospitare oltre duemila medici. Seguendo il modello di trattamento della Sars a Pechino, dove nel 2002 nacque un centro medico temporaneo nella periferia nord della città, Wuhan sta facendo una corsa contro il tempo per realizzare i due ospedali di fortuna per curare esclusivamente i pazienti affetti da polmonite virale, infettati dal nuovo coronavirus. Si prevede che le due strutture entreranno in funzione rispettivamente il 3 e il 5 febbraio. D'altronde, era stato il premier cinese Li Keqiang, arrivato in visita nella cittadina capitale della provincia di Hubei nei giorni scorsi a chiedere di accelerare i lavori per i nuovi ospedali dedicati al trattamento dei pazienti colpiti da virus 2019-nCoV: "Dobbiamo usare ogni mezzo possibile per ammettere tutti i pazienti". Pechino ha inviato a Wuhan seimila operatori sanitari, tra cui anche medici militari. Le autorità di due province, Hubei e la vicina Henan, hanno ordinato la costruzione di almeno quattro centri medici di emergenza in non più di 10 giorni, nel tentativo di fermare l'epidemia.