World Press Photo 2011 vinto dal ritratto di Bibi Aisha
La donna, che vedete nella foto, si chiama Bibi Aisha: ha solo 18 anni ed è originaria di Uruzgan, nel cuore dell'Afghanistan. Bibi ha scritto sul suo volto il destino verso il quale è stata costretta all'età di sedici anni: il matrimonio combinato con un uomo talebano è stato per lei l'inizio di un martirio lento e crudele, persino legalizzato. Dopo una lunga serie di maltrattamenti subiti dal marito e dalla sua famiglia, Bibi si è decisa a scappare, una fuga che purtroppo non è durata a lungo.
La donna è stata condannata da un giudice talebano, che l'ha punita per aver abbandonato il tetto coniugale, luogo di chissà quale schiavitù mentale e fisica: l'amputazione di naso e orecchie, questa la condanna di Bibi. Abbandonata e poi salvata da operatori umanitari, ora lei vive in America, dove le è stata offerta la possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico di ricostruzione facciale.
La storia di Bibi è racchiusa in questa fotografia come immagine della sua vita condensata in un solo istante. Lo sguardo quasi di rimprovero, tradisce una forza e una dignità che annichiliscono: occhi neri, profondi, vivi che hanno colpito la fotoreporter sudafricana Jodi Bieber, decisa a raccontare la sua storia al mondo intero. Questo ritratto è stato anche la copertina del settimanale Time del primo agosto 2010.
108.059 le immagini candidate al concorso World Press Photo 2011, 5847 i fotografi di 125 nazionalità: alla fine la giuria ha deciso e ha premiato la foto della Bieber, già vincitrice di altri otto premi ed è la seconda donna sudafricana ad aggiudicarsi questo importantissimo riconoscimento.
"E' un'immagine tremenda, diversa, spaventosa, non parla solo di questa particolare donna ma della condizione delle donne nel mondo", queste le parole di Vince Aletti, celebre critico fotografico, che ha reso omaggio a Bibi e a tutte le donne che subiscono violenze e maltrattamenti ai quattro angoli del mondo.
Ancora una volta la fotografia si impone non solo come forma artistica tesa a raccontare la storia, ma anche come strumento di denuncia verso realtà che sembrano così lontane da noi, realtà a cui basta uno scatto per farcele sentire così vicino agli occhi e al cuore.