Wisconsin: una legge contro i sindacati scatena la rivolta popolare, occupato il Congresso
Lo stato del Wisconsin è teatro di una protesta inedita, soprattutto per una regione con una profonda tradizione democratica come quella dei Grandi Laghi che nelle ultime elezioni di metà mandato ha visto la forte rimonta dei repubblicani, tanto che la poltrona del governatore è andata a loro. La nuova maggioranza di governo non ha perso tempo per scontentare l'elettorato, soprattutto con l'emanazione di una recente legge che colpisce i sindacati. Centinaia di persone sono scese in piazza per protestare, occupando anche la sede del Congresso statale.
Il nuovo governatore dello stato del Wisconsin è Scott Walker, un repubblicano eletto con un preciso programma elettorale: tagli alle tasse, ma anche al welfare. Per diminuire la pressione fiscale sulle imprese e recuperare i 100 milioni di dollari per finanziare la manovra, Scott Walker decide di tagliare la spesa pubblica e i servizi sociali, misure pesanti nei confronti dei dipendenti pubblici. In particolare, vi è un vero attacco al sindacato con l'abolizione della contrattazione collettiva. Inoltre, i dipendenti pubblici dovranno versare il 6% dello stipendio in contributi pensionistici e il 12,6% per pagare l'assicurazione sanitaria. Secondo il governatore, se non si mettono in campo queste drastiche riduzioni, migliaia di dipendenti dovranno essere licenziati.
Ma i sindacati sono sul piede di guerra: manifestazioni di protesta organizzate dagli elettori democratici hanno occupato le strade, manipoli di sindacalisti dormono da settimane nella sede del Congresso. Un popolo di 30 mila persone stanno mettendo sottosopra l'intero stato del Wisconsin, con punte di 70 mila manifestanti che si radunano in cortei e manifestazioni. In America, eventi del genere sono molto rari, in Italia ci siamo abituati da decenni.
