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Opinioni

Wikipedia: il NY Times solleva la “questione di genere”

Un lungo articolo del quotidiano statunitense segnala una “stranezza” di Wikipedia: meno del 15% degli autori è costituito da donne. La questione di genere si è spostata online?
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Wikipedia

E' ancora una volta Il Post.it a riportare un interessante articolo del New York Times che analizza con grande precisione alcune dinamiche estremamente interessanti relative all'utilizzo ed alla redazione delle voci di Wikipedia. Infatti, stando a quanto sottolineato dal quotidiano statunitense, addirittura meno del quindici percento degli autori di Wikipedia è costituito da donne. Un dato oggettivamente "strano", per l’enciclopedia libera nata nel 2001, da una costola di Nupedia (un progetto di enciclopedia online affidato ad esperti) per iniziativa di Jimmy Wales e Larry Sanger, che ha avuto nel corso degli anni un successo eccezionale entrando nella top ten dei siti più visitati al mondo, con contenuti pubblicati in 270 lingue differenti.

Si tratta di rivelazioni effettuate con la collaborazione della Wikimedia Foundation, il cui direttore Sue Gardner ha messo in evidenza come tale dato si rifletta sulla qualità dei contenuti ed ha addirittura posto l'obiettivo del 25% di contributi femminili come traguardo da raggiungere entro il 2015. Ovviamente una delle spiegazioni è da ricercarsi nella particolarità della redazione delle voci di Wikipedia, non affidate a professionisti, ma agli utenti della Rete, che decidono come e quando portare il loro contributo al progetto. Chiaramente un simile squilibrio rappresenta un problema per i vertici della fondazione, che sottolineano la prevalenza di alcune voci a discapito di altre, secondo una scala per così dire valoriale "di genere". Del resto un rapporto di tali proporzioni è giudicato dalla OpEd Project, una organizzazione che monitora le disuguaglianze di genere, praticamente in linea con la paercentuale di partecipazione delle donne a discussioni che rivestono carattere "pubblico".

Tutto questo anche considerando una sorta di "reazione a catena" per la quale, come messo in evidenza da Catherine Orenstein, fondatrice e direttrice dell'organizzazione no profit, "quando sei una voce minoritaria, cominci finanche a dubitare delle tue stesse competenze". Insomma, stando a questi dati, parrebbe evidente il riproporsi di una sorta di questione di genere anche per quanto riguarda l'accesso alle informazioni e la produzione culturale in Rete, tuttavia, come sottolineato da molti autorevoli analisti in questo caso la questione è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare. E' abbastanza evidente che "la forte carica ideologica" di un progetto come quello di Wikipedia non rappresenta affatto un ostacolo per il superamento di secolari barriere e ataviche discriminazioni. Anzi, l'idea cardine del libero accesso alle risorse e della possibilità di contribuire in prima persona alla realizzazione di un progetto imponente, dovrebbe agevolare integrazione e scambio di opinioni, anche tra i due sessi. Dunque le ragioni di tale discrepanza chiamano in causa un intero sistema di relazioni e di "rapporti di forza" all'interno della società, secondo dinamiche che sembrano del tutto collimare con quelle che si registrano nei luoghi di lavoro, della politica e della cultura in generale.

Evidentemente però a variare sono il peso e la valenza, considerati però in senso più ampio e circoscritto. In effetti, l'omogeneizzazione delle esperienze individuali ed il confronto continuo che sono le ragioni stesse di un progetto come Wikipedia e più in generale dei meccanismi di "informazione dal basso", si muovono proprio nella direzione necessaria al superamento di eventuali (e su questo il dibattito potrebbe farsi lungo ed ulteriormente complesso) discriminazioni, dal momento che, azzerando "pregiudizi e preconcetti", partono dal presupposto della "parità delle condizioni di partenza come base necessaria e perno fondante del sistema di relazioni di tale sovrastruttura", per dirla con altre e più autorevoli parole. Insomma, una presunta anomalia che però troverebbe in se già i germi di una normalizzazione lenta ma comunque inesorabile.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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