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Wikileaks pubblica i documenti riservati della Ue: fermare gli scafisti anche con la forza

Wikileaks ha pubblicato due documenti ufficiali dell’UE: si parla esplicitamente di intervento militare ed uso della forza non solo contro i barconi, ma anche contro i trafficanti sul territorio libico. “Potranno esserci conflitti a fuoco con miliziani dello Stato Islamico”.
A cura di Davide Falcioni
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L'Italia, insieme ai partner dell'Unione Europea, dichiara guerra ai trafficanti di esseri umani. Un documento ufficiale dell'UE, svelato ieri sera da Wikileaks, rivela i dettagli dell'operazione militare varata nel vertice dei Ministri degli Esteri e della Difesa dello scorso 18 maggio: una missione navale avrà il compito di ostacolare gli sbarchi dei profughi dalla Libia verso le coste europee. Verranno distrutte le imbarcazioni ormeggiate lungo la costa ma le operazioni non risparmieranno quelle già salpate e ancora in navigazione nelle acque territoriali libiche, non prima di aver tratto in salvo i migranti ed arrestato gli scafisti. Contrariamente a quanto si pensava, secondo Wikileaks la missione si spingerà fin dentro il territorio libico con lo scopo di distruggere tutte le reti di trasporto e le infrastrutture. L'organizzazione fondata da Assange spiega: "L'Unione Europea schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di rifugiati. Dati i passati attacchi in Libia da parte di varie paesi europei appartenenti alla Nato e date le provate riserve di petrolio della Libia, il piano può portare ad altro impegno militare".

L'immagine utilizzata da Wikileaks per illustrare il report
L'immagine utilizzata da Wikileaks per illustrare il report

Un altro documento, sempre reso noto da Wikileaks e sempre indirizzato ai ministri dell'Unione Europea, riporta le modalità con cui la missione militare dovrà essere "presentata" all'opinione pubblica, invitando gli stati a "calibrare l'attività militare" in particolar modo nelle acque territoriali libiche e a terra, al fine di evitare la "destabilizzazione del processo politico" del paese nordafricano provocando "danni collaterali e interrompendo le relazioni economiche". Insomma: la missione sarà presentata come un'operazione volta a contrastare "i trafficanti di esseri umani".

Gli obiettivi della missione militare a guida UE

I Ministri della Difesa dei paesi dell'Unione Europea concordano con la necessità prioritaria di "individuare, catturare e distruggere le navi prima che possano essere utilizzate dagli scafisti". L'EUMC, Coordinamento Militare dell'UE, evidenzia la necessità di intensificare lo scambio di informazioni al fine di "coordinare il ricorso ai mezzi militari". Gli obiettivi sono prevalentemente due: il primo è quello di impedire quanto più possibile gli sbarchi, il secondo è quello di avere molta cura della "narrazione" all'opinione pubblica internazionale. L'operazione non dovrà essere raccontata come un nuovo intervento militare in Libia, bensì come una missione chirurgica di contrasto ai contrabbandieri di esseri umani.

Il piano militare: previsti l'uso della forza e le incursioni a terra

L'operazione – che dovrebbe prendere le mosse entro la fine di giugno e durerà un anno – sarà coordinata da Bruxelles e dovrà ottenere l'approvazione da parte delle Nazioni Unite o del Governo Libico riconosciuto. Un importante supporto verrà fornito dalla Nato, ma anche da alcuni stati terzi come l'Egitto e la Tunisia. I vertici militari dovranno costantemente dialogare con Frontex, l'agenzia europea che controlla le frontiere esterne dell'UE. A scanso di equivoci, il Comitato Militare dell'Unione Europea ricorda che "il soccorso delle vite umane in mare è un obbligo giuridico". Dunque, non verranno affondati barconi prima che tutti i suoi occupanti siano in salvo.

Il comma 31 del documento redatto dai ministri della Difesa esplicita chiaramente come sia previsto l'uso della forza e come non siano improbabili conflitti a fuoco soprattutto sottocosta, durante le operazioni di imbarco dei migranti a bordo dei barconi. Testualmente: "L' EUMC (Comando Militare dell'Unione Europea, ndr) evidenzia come la forza di difesa sia fondamentale in ogni fase, ma avrà maggiore importanza quando dovrà fronteggiare i ribelli ostili. L'uso della forza dovrà essere considerato in seguito un'attenta valutazione delle minacce e dei pericoli".

Non viene neppure esclusa l'eventualità di scontrarsi con membri dello Stato Islamico all'interno dei confini libici: "L'uso della forza deve essere previsto in particolare durante le fasi di imbarco e quando si opera sul terreno, in prossimità della costa, o durante le operazioni di cattura delle navi in mare aperto. Deve essere tenuta in considerazione la possibile presenza di forze ostili, estremisti o terroristi anche appartenenti a Da'esh (Isis)".

L'operazione "richiederà regole di ingaggio robuste e riconosciute per l'uso della forza, in particolare per il sequestro di imbarcazioni in caso di resistenza, per la neutralizzazione delle navi dei trafficanti e dei loro beni, per situazioni specifiche come il soccorso di ostaggi.

La strategia di comunicazione: non danneggiare l'immagine dell'UE

Un altro documento, redatto dagli esperti militari del Consiglio Europeo, approva in toto l'operazione bellica contro gli scafisti ma, al punto 8, arriva a suggerire che la missione necessita di una adeguata strategia di informazione, al fine di scongiurare una percezione sbagliata da parte dell'operazione pubblica. Per questo ai ministri degli Esteri e della Difesa viene suggerito di spiegare che "l'operazione ha l'obiettivo di salvare i migranti in mare, ma anche quello di distruggere il business del traffico di esseri umani". Gli esperti, evidentemente memori della guerra in Libia del 2011, ammettono che effettivamente l'operazione presenta rischi per l'immagine dell'UE: "La perdita di vite potrebbe essere attribuita, a torto o a ragione, all'azione o all'inazione da parte dell'Unione Europea". Per questo si invitano gli stati a condurre una campagna di comunicazione sull'opinione pubblica al fine di "evitare percezioni errate sul mandato dell'operazione".

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