Continua a tenere banco il caso Wikileaks, con le diplomazie internazionali impiegate a ricucire gli strappi e a smentire altre fughe di notizie e gli analisti che si interrogano sugli scenari futuri per quanto riguarda l'equilibrio politico – economico mondiale. Il personaggio del momento è sempre Julian Assange, il guru dell'organizzazione che divulga documenti riservati e confidenziali, con la prestigiosa rivista Forbes che ha diffuso un'intervista rilasciata qualche settimana prima della divulgazione dei cablogrammi diplomatici. Le parole del carismatico, nonchè discusso, Assange (che ha ricevuto minacce e pressioni, ma anche numerose testimonianze di solidarietà, nonchè offerte di protezione ed aiuto) lasciano intravedere nuovi sviluppi e colpi di scena:
"All'inizio del prossimo anno una grande banca si ritroverà rovesciata. Decine di migliaia dei suoi documenti verranno pubblicati su Wikileaks, al di là delle richieste dei manager o altri avvertimenti. […] si tratta di una banca americana e la nostra azione esporrà i livelli esecutivi in un modo che stimolerà indagini e riforme […] del resto l'esistenza di Wikileaks vuol dire che è più facile guidare un business giusto, un'azienda corretta, mentre è più difficile guidarne una illegale. In fondo ogni amministratore delegato dovrebbe essere incoraggiato da tutto ciò, perchè per lui è auspicabile che i suoi concorrenti disonesti vengano colpiti negativamente dalla diffusione e la pubblicazione delle loro malefatte".
Insomma, è lecito attendersi nuove rivelazioni con dell'altro materiale scottante che sarà divulgato da Assange, il quale poi precisa come non si senta un "uomo anti – sistema", nè un moralizzatore, nè un supereroe, anche se tuttavia è innegabile che "Wikileaks è nato con lo scopo di rendere il capitalismo più libero e etico e solo la corretta informazione può distruggere il monopolio, dal momento che il mercato perfetto richiede un'informazione perfetta".
