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Wikileaks, Bradley Manning condannato a 35 anni di carcere

La Corte marziale ha condannato l’ex analista dell’esercito per aver consegnato nelle mani dell’organizzazione guidata da Assange documenti riservati e top secret.
A cura di Redazione
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Bradley Manning, l'ex analista dell'esercito statunitense accusato di aver fornito documenti militari diplomatici a Wikileaks, è stato condannato a 35 anni di carcere. La decisione arriva dalla Corte marziale Usa, che ha anche congedato con disonore dall'esercito il militare. Manning è stato riconosciuto colpevole di 20 capi di imputazione per aver fornito a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti e materiali riservati che poi furono diffusi e pubblicati su internet. L’ex analista, oggi 25enne, rischiava fino a 90 anni di carcere. Agli anni da scontare andranno sottratti quelli che ha già trascorso in custodia cautelare. Manning è stato condannato, tra le altre cose, per possesso non autorizzato di materiali di intelligence, furto e violazione delle regole sull’utilizzo dei dati informatici dell’esercito.

L'accusa aveva chiesto per lui una condanna a 60 anni di reclusione, il congedo con disonore e il pagamento di una multa da 100.000 dollari. Il procuratore militare Loe Morrow aveva sostenuto che probabilmente non c'è mai stato alcun militare nella storia che abbia mostrato un disprezzo così “estremo” per gli interessi americani e che perciò la “talpa” Manning “merita di trascorrere la maggior parte della sua vita in carcere”. Il 30 luglio scorso l’ex analista è stato assolto dall'accusa principale, quella di connivenza con il nemico, che è punibile con l'ergastolo.

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