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Vuole vendere un rene perché senza soldi: Papa Francesco gli manda un assegno

E’ una storia drammatica quella di Bernardo Raimondi, artigiano palermitano in gravi difficoltà economiche e con un figlio malato. Dopo essersi ridotto ad elemosinare ed aver pensato di vendere un rene, ha scritto al Pontefice per chiedere un aiuto. L’aiuto è arrivato, ma ci si è messa di mezzo la burocrazia.
A cura di Biagio Chiariello
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Un regalo da Papa Francesco. Un assegno da mille euro che, però, non era possibile incassare. E' solo una parte della drammatica storia Bernardo Raimondi, artigiano palermitano, finita nelle mani degli usurai e con un figlio gravemente malato. L'uomo nelle scorse settimane ha cercato si è rivolto a diversi istituzioni per chiedere un sostegno economico per la propria famiglia. Come racconta Live Sicilia, la sua azienda di ceramiche ha chiuso nel 2003, i suoi otto dipendenti sono finiti senza lavoro, come lui. Poi le bollette e i debiti. “Lo Stato – dice – mi ha dato un piccolo aiuto in base alla legge sulle vittime di usura, la Caritas mi ha pagato qualche bolletta, ma la mia situazione è molto difficile e oggi mi sono ridotto a elemosinare”. E così, nei scorsi "la tentazione di farla finita è stata forte – racconta – perchè le istituzioni mi hanno abbandonato. Sono stato isolato, ma tornando indietro farei esattamente ciò che ho fatto, perchè è una questione di dignità e di onore".

E' a questo punto che la moglie, disperata, prende carta e penna e scrive al Pontefice. Una lunga lettera di otto pagine in cui racconta di una quotidianità ai limiti del vivibile. E' il 4 dicembre, racconta LiveSicilia, quando, inaspettata, arriva la risposta del Vaticano che invia all’uomo un assegno di 1000 euro. Ma stavolta è la burocrazia che si mette in mezzo. I coniugi Raimondi, infatti, si recano con gioia alla posta per scambiarlo, ma gli spiegano che non è possibile; girano diverse filiale ma la risposta è sempre negativo: per incassarlo l'assegno deve essere versato su un conto corrente, che loro non hanno, oppure andare a Roma alla filiale che lo ha emesso. La soluzione però alla fine arriva. Sempre dal Soglio Pontificio: l’Elemosineria Vaticana emetterà un vaglia postale. Così l’artigiano: “La burocrazia si è messa di mezzo ma il gesto del Santo padre ha commosso me e mia moglie. Abbiamo pianto quando abbiamo ricevuto la sua lettera. Ha risposto al nostro appello la persona più solidale, in grado di capire la disperazione della povera gente. Era una cosa impensabile, ma è accaduta”.

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