Von der Leyen lancia la svolta Ue sulle spese militari: “Devono aumentare, via dal Patto di stabilità”
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L'Ue si prepara ad aumentare la spesa militare. Ursula von der Leyen ha annunciato oggi che proporrà di scorporare gli investimenti in difesa dai calcoli del Patto di stabilità, in modo tale da consentire a ciascun Paese Ue di aumentare le proprie spese in questo settore.
"Nelle precedenti crisi straordinarie abbiamo dato agli Stati membri un margine fiscale extra attivando la clausola di salvaguardia. In parole povere, abbiamo dato agli Stati membri il potere di aumentare sostanzialmente gli investimenti pubblici legati alla crisi", ha dichiarato la presidente della Commissione europea nel corso della conferenza sulla sicurezza di Monaco.
La clausola di salvaguardia, che consente di aumentare le entrate o ridurre le uscite per uno Stato quando non si riescono a reperire le risorse necessarie per finanziare determinate misure, viene attivata dal Consiglio su proposta formale della Commissione. "Credo che ora siamo in un altro periodo di crisi che giustifica un approccio simile. Ecco perché posso annunciare che proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa. Ciò consentirà agli Stati membri di aumentare sostanzialmente la loro spesa per la difesa", ha spiegato von der Leyen.
L'aumento della spesa, che non terrà più conto dei rigidi vincoli di bilancio imposti dal Patto di stabilità, avverrà "in modo controllato e condizionale", ha assicurato von der Leyen. "E proporremo anche un pacchetto più ampio di strumenti su misura per affrontare la situazione specifica di ciascuno dei nostri Stati membri. Dal loro attuale livello di spesa per la difesa alla loro situazione fiscale", ha precisato.
La decisione in qualche modo era stata preannunciata le scorse settimane, quando al termine della riunione dei leader Ue von der Leyen aveva aperto alla richiesta di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, che chiedevano di togliere le spese per la difesa dal Patto di stabilità. Ma oggi l'ipotesi appare sempre più concreta. "Credo che quando si tratta di sicurezza europea, l'Europa debba fare di più. L'Europa deve portare di più sul tavolo", ha rimarcato von der Leyen. "E per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di un aumento della spesa per la difesa europea", ha dichiarato.
Attualmente l'Unione europea spende circa il 2% del Pil per la difesa. "La nostra spesa per la difesa è aumentata da poco più di 200 miliardi di euro prima della guerra a oltre 320 miliardi di euro l'anno scorso", ha ricordato la presidente. "Ma dovremo aumentare considerevolmente quel numero ancora una volta". L'obiettivo infatti, è quello di portare le spese in armi al 3% del Pil. "Da poco meno del 2% a oltre il 3% significherà centinaia di miliardi di investimenti in più ogni anno. Quindi, abbiamo bisogno di un approccio coraggioso", ha osservato la presidente.
Il governo Meloni: "Bene von der Leyen su spese difesa"
L'annuncio è stato accolto con entusiasmo da Palazzo Chigi che ha espresso soddisfazione per le "nuove iniziative volte a incrementare gli investimenti nel settore della difesa, a partire – come richiesto da tempo dall’Italia – dall’esclusione di tali spese dal Patto di Stabilità", ha fatto sapere in una nota. "Si tratta di un primo, fondamentale passo nella giusta direzione, che dovrà essere seguito anche dall’istituzione di strumenti finanziari comuni. Il Governo italiano è pronto a lavorare costruttivamente con le istituzioni europee e con gli altri Stati membri per raggiungere insieme questi importanti obiettivi, a partire dalla prossima presentazione del Libro bianco della difesa dell’Ue", ha rimarcato.
Entusiasmo confermato dalle parole del ministro Guido Crosetto. "Accolgo con particolare e personale, grande soddisfazione, l’annuncio della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in merito a quella che, da anni, è sempre stata una mia vera ossessione: la necessità di scorporare le spese della Difesa dal Patto di Stabilità che impone, alla Ue, e da decenni, rigide regole e vincoli di bilancio per gli Stati che ne sono membri", ha dichiarato.
La proposta di von der Leyen "è una vittoria della ragione e della necessità, oltre che una grande vittoria politica e diplomatica dell’Italia e del governo Meloni. Sin dall'inizio del mio mandato ho sostenuto con forza questa sempre più impellente necessità: escludere dal Patto di Stabilità gli investimenti in Difesa e sicurezza ed impedire che tali finanziamenti possano intaccare o indebolire le sacrosante spese dei singoli Stati in salute, istruzione, welfare. Oggi, finalmente, la linea portata avanti dall'Italia si fa strada", ha detto Crosetto. "Si tratta di un primo passo, fondamentale pur se non sufficiente, nella giusta direzione".
Le opposizioni: "Folle corsa alle armi, l'Ue sceglie la politica della morte"
Di parere opposto, il gruppo dei Verdi. "Continua la folle corsa agli armamenti di un'Unione Europea che in questi anni ha mostrato l'assoluta subalternità a logiche militari e l'incapacità politica di promuovere processi di pace", hanno dichiarato gli europarlamentari di Alleanza Verdi-Sinistra Leoluca Orlando, Benedetta Scuderi, Ignazio Marino e Cristina Guarda. "Quando si cerca la pace soltanto con la vittoria militare si ingrassano fabbricanti e mercanti di armi e si sacrificano centinaia di migliaia di vittime civili e militari", hanno dichiarato. "È grave che l'Unione Europea parli di investimenti pubblici solo per il riarmo e non per settori chiave, come le crescenti emergenze sociali e ambientali e la transizione ecologica, dai quali dipende il presente e il futuro di cittadine e cittadini".
L'annuncio di von der Leyen è "pura follia", sostiene anche il leader di Europa Verde, Angelo Bonelli, perché "pone l'Europa su una strada senza ritorno: quella della guerra, con effetti solo negativi, come dimostra la strategia seguita negli ultimi anni in Ucraina. Questa Europa è incapace di promuovere politiche di pace ed è totalmente subalterna alle logiche militari e agli interessi delle industrie di armi, mentre non intende promuovere processi di pace", ha dichiarato il leader di Avs. "Von der Leyen propone di tenere fuori dal Patto di stabilità le spese per gli armamenti, ma non quelle per la sanità, impedendo così l'assunzione di medici e infermieri a causa di un vincolo assurdo. L'Europa sceglie la politica della morte, aumentando le spese militari, e questo avrà conseguenze dirette sulla vita delle persone, con tagli ai servizi pubblici, alla scuola, alla sanità, ai servizi sociali e all'ambiente", ha aggiuto.
Con il 3% del Pil per la difesa "dovremo spendere quasi 20 miliardi di euro in più all'anno rispetto ai 32 miliardi già destinati alla difesa", osserva il deputato. "Una cifra insostenibile, non solo economicamente, ma anche dal punto di vista etico e morale. Nel mondo si è raggiunta la cifra monstre di 2.443 miliardi di dollari per le spese militari, mentre la mortalità per fame aumenta. Non vogliamo un'Europa di guerre, come delineata da Von der Leyen, e ci opporremo a questa follia in tutte le sedi istituzionali e non. L'Europa dovrebbe essere un luogo di pace e disarmo, invece è la prima a spingere per il riarmo", aggiugne Bonelli. E annuncia che "assumeremo tutte le iniziative necessarie di mobilitazione. Vogliamo sapere cosa intende fare il governo italiano, perché mentre tagliano pensioni, sanità , trasporti e riducono stipendi pensano ad aumentare le spese per armamenti", conclude.