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Guerra in Ucraina

Volontaria di 26 anni uccisa mentre porta cibo al canile: “Non ha mai abbandonato i suoi cani”

Anastasiia Yalanskaya è stata uccisa nella sua auto mentre si recava al canile di Bucha per dare da mangiare ai cani che erano rimasti senza cibo per tre giorni. La ragazza era a bordo della vettura insieme ad altri due colleghi morti sul colpo. Non aveva voluto abbandonare la capitale per occuparsi degli animali.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Uccisa mentre stava portando provviste a un rifugio per cani di Kiev. Il centro non aveva cibo a disposizione ormai da tre giorni e Anastasiia Yalanskaya, da sempre volontaria per gli animali, aveva deciso di guidare fino alla struttura nei pressi di Kiev per aiutare i cani randagi. La sua auto è stata presa di mira a una distanza ravvicinata e la donna è morta quasi sul colpo. Aveva deciso di restare nei pressi della capitale per fare volontariato nonostante molti altri colleghi e amici avessero già lasciato la città. A darne notizia, una giornalista del quotidiano Canadese Global News. Anastasiia sarebbe la terza volontaria rimasta uccisa mentre lavorava per dare ristoro agli animali.

La giovane vittima aveva appena 26 anni secondo le notizie diffuse dagli organi di stampa esteri. Anastasiia aveva guidato fino a Bucha per continuare l'attività di volontariato che con l'inizio della guerra aveva dovuto interrompere. Le operazioni di salvataggio e di assistenza, infatti, continuano a singhiozzo quando i bombardamenti permettono di raggiungere i rifugi. Una collega della ragazza uccisa ha accusato le truppe russe di aver colpito l'auto volontariamente. Ha spiegato infatti che la vettura è stata colpita a distanza ravvicinata e che dunque l'attacco sia stato frutto di una precisa volontà delle truppe russe che dall'inizio della guerra invece sostengono di non aver mai preso di mira i civili e le strutture residenziali.

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Il marito della 26enne, Yevhen Yalanskyi, ha riportato al Global le ultime raccomandazioni che aveva fatto ad  Anastasiia prima di salutarla per sempre. "Le avevo chiesto di essere cauta, che al giorno d'oggi un errore costa moltissimo. Lei però stava aiutando tutti attorno a lei, non avrebbe lasciato la città. Le ho chiesto di pensare all'evacuazione, ma lei non ha voluto". Secondo le autorità ucraine nel conflitto sono morti circa 2.000 civili.

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