Volnovakha, la città ucraina fantasma spazzata via dalle bombe russe
Una città fantasma, tra rovine, soldati e desolazione. Si presenta così, oggi, Volnovakha, piccolo centro a 1 ora di macchina da Mariupol, nella regione ucraina del Donec'k. In uno dei fronti più caldi della guerra le bombe russe, dal cielo e da terra, hanno colpito senza sosta, fino a distruggere la città.
A certificarlo è stato il governatore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, secondo cui "in generale la città con le sue vecchie infrastrutture non esiste più". Kyrylenko ha aggiunto che la maggior parte dei 21mila abitanti è scappata dalla città, mentre si intensificavano gli attacchi russi. Le foto, riportate anche dalla televisione ucraina, mostrano il centro ridotto in macerie, tra edifici bruciati e qualche residente che si aggira disperato tra i resti di palazzi, strade e parchi. Mosca, intanto, ha annunciato che la città è stata conquistata dagli alleati separatisti del sud-est (del Donbass).
Non è la prima volta che la cittadina si trova a vivere momenti drammatici: nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, fu teatro di scontri violenti tra Unione sovietica e nazisti. Poi, durante la guerriglia del 2015 tra separatisti ed autorità ucraina, ci fu un attentato a un autobus con 12 civili uccisi.
Nulla, però, è paragonabile alla desolazione di oggi. Davanti alle case ci sono carri armati con la nota scritta "Z", simbolo della guerra russa e le immagini ricordano quanto visto negli ultimi 20 anni in Siria e in Cecenia.
Non a caso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di una "guerra di annientamento" contro il suo popolo e di una "nuova fase del terrore". Questa fase sarebbe caratterizzata da atti definiti "criminali" come il rapimento del sindaco di Melitopol , un'altra città del sud-est dell'Ucraina conquistata da russi e separatisti.
Il grosso delle truppe russe, intanto, rimane bloccato a nord di Kiev, dopo aver fallito quello che secondo diversi analisti era un piano di assalto fulmineo. Tant'è che ben 8 generali sono stati sostituiti in fretta e furia dal governo di Mosca. L'esecutivo ucraino, però, continua a ripetere che la capitale è in pericolo e che una nuova offensiva è vicina.