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Guerra in Ucraina

Vola giù da una barca: morto Ivan Pechorin, top manager di Putin nell’Artico

Amministratore delegato della Far East and Arctic Development Corporation, è annegato sabato nel Mar del Giappone. Con lui si allunga la lista dei “morti illustri” collegati al Cremlino.
A cura di Biagio Chiariello
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Un’altra morte sospetta di un manager legato a Vladimir Putin. Ivan Pechorin, amministratore delegato della Far East and Arctic Development Corporation (ERDC), ha perso la vita a soli 39 anni cadendo da una barca che sfrecciava nel Mar del Giappone, al largo di Primorsky Krai, estremo Oriente russo.

Oltre a guidare l’Istituto per lo sviluppo nell’Estremo Oriente e nell’Artico, un’agenzia di cooperazione pubblico-privato per i territori più lontani da Mosca, Pechorin collaborava col Cremlino con l'obiettivo di modernizzare l'aviazione in Russia orientale. La sua ultima comparsa pubblica è stata all’Economic Forum di Vladivostok, dove a inizio settembre Putin ha incontrato gli uomini d’affari più importanti del Paese.

La sua morte segue quella dell'ex CEO della società, Igor Nosov, 43 anni, morto improvvisamente per un ictus a febbraio. Mentre il 1° settembre, Ravil Maganov, 67 anni, un magnate del petrolio ed ex capo della seconda compagnia petrolifera russa, la Lukoil, è morto cadendo dalla finestra del sesto piano di un ospedale di Mosca. Rapporti non confermati affermano che Maganov è stato "picchiato" e "buttato fuori da una finestra".  Aveva chiesto già a marzo il ritiro dall’Ucraina e detto di "auspicare la pace".

Un incidente mortale  simile era capitato a Washington a Dan Rapoport, finanziare di origine lettone che aveva fatto fortuna in Russia e che aveva criticato apertamente Putin. A luglio, Yuri Voronov, 61 anni, alto dirigente della compagnia di trasporti Astra Shipping, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua piscina in un sobborgo di San Pietroburgo. A maggio era toccato a Andrej Krukovskij, manager della stazione di sci di proprietà di Gazprom a Sochi, caduto mortalmente mentre percorreva un sentiero. Sempre lo stesso mese è deceduto invece Aleksandr Subbotin, altro dirigente di Lukoil, morto per insufficienza cardiaca in una casa nei pressi di Mosca mentre, secondo alcune fonti, era impegnato in riti voodoo.

Morti sospette che si sommano a quelle di Vladislav Avayev, già vicepresidente di Gazprombank, ad aprile, e di Sergey Protosenya, ex CEO di Novatek – un’azienda legata al Cremlino –trovato cadavere in Spagna, a Lloret de Mar, con sua moglie e la loro figlia adolescente.

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