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“Voglio farlo con una versione più giovane di te”. Fa stuprare la figlia 15enne dal fidanzato

La figlia di Therese Butler, di Brisbane, in Australia, ha trovato il coraggio di denunciare la madre solo dopo un decennio. La donna, che oggi ha 48 anni, è stata quattro anni in carcere ed ora è uscita: “So di aver fallito come madre, vorrei essere una buona nonna”.
A cura di Biagio Chiariello
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Acclamata per i suoi dolci, molto attiva sui social e sempre in prima linea per supportare gli amici sui loro problemi. Così il Daily Mail descrive la ‘doppia vita’ di Therese Butler, 48enne di Brisbane, in Australia: una semplice casalinga che per anni è riuscita a mantenere lo sconvolgente che coinvolgeva la figlia adolescente. La donna fatto in modo che Peta, dai 15 ai 16 anni, venisse violentata dal suo fidanzato conosciuto online, conosciuto solo come "Thommo", nel 2005. L’uomo le aveva rivelato che voleva fare sesso con una "versione più giovane" di lei, così Teresa ha fatto ubriacare la figlia e poi gliel’ha concessa. Mentre la figlia in lacrime veniva violentata in una squallida stanza di un motel, lei attendeva fuori fumando sigarette.

Un crimine orrendo che non potrebbe essere più lontano dall'immagine che la Butler presentava al mondo sui social network. La donna aveva creato su Facebook la pagina "Tee's Fruit Tarts", nella quale pubblicava le ricette delle sue creazioni culinarie, specialmente dolci. Gli amici festeggiavano le sue prelibatezze, mentre lei condivideva aggiornamenti sui suoi nipoti e i successi a Farmville.

La figlia ha impiegato un decennio per raccogliere il coraggio di denunciare la propria madre alla polizia. La 48enne ha ammesso tutte le proprie responsabilità, salvo poi giustificarsi: "Non avrei lasciato che ti toccasse se non avevi 16 anni". "Ero così fot**tamente debole, non avevo coscienza di quello che stava succedendo” ha aggiunto la Butler. La donna era stata condannata a quattro anni di carcere, pena che ha finito di scontare a ottobre. "Ho fallito come madre. Sono fott**. Lo so. E mi odio per questo. Ecco perché sto cercando di essere la migliore nonna che possa essere” ha ammesso. Gli agenti devono ancora identificare ‘Thommo’, nonostante l'appello lanciato dalla polizia lo scorso anno, che ha portato a un'ondata di segnalazioni da parte dei cittadini.

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