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Vittorio Arrigoni, i parenti: “Vogliamo giustizia, non vendetta”

La famiglia di Vittorio Arrigoni chiede giustizia per la sua morte, “non vendetta”. Si è contrari alla pena di morte, ma alla ricerca di risposte.
A cura di Carmine Della Pia
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uccisione arrigoni

A otto mesi dal rapimento e dall’uccisione di Vittorio Arrigoni, continua il processo per incriminare gli assassini, ma numerosi sono i punti oscuri. I parenti dell’attivista morto a Gaza lo scorso 15 aprile per mano dei rapitori chiedono "giustizia, e non vendetta", in un processo che si preannuncia lungo e complesso. L’avvocato della famiglia Arrigoni, Gilberto Pagani, informa, inoltre, del totale disinteresse dell’ex governo in merito alla tragica uccisione dell’attivista italiano, “ad eccezione di un messaggio di cordoglio scritto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”. I genitori di Vittorio hanno inviato una lettera resa pubblica dal ‘Palestinian Center For Human Rights' in risposta ad una precedente missiva firmata dai familiari dei tre imputati per la morte dell’attivista, messaggio con cui esprimevano cordoglio e rammarico per l’omicidio.

La lettera della famiglia Arrigoni

“Vogliamo un processo equo in base ai requisiti del diritto internazionale, al fine di rivelare le circostanze del delitto e perché giustizia sia fatta. In ogni caso, se la corte riterrà colpevoli gli accusati, vorremmo che fosse chiaro che siamo contrari all'applicazione della pena di morte”, scrivono gli Arrigoni. Alla fine della lettera, inoltre, è spiegato il motivo per cui si vuole giustizia per l’uccisione del loro caro, e non una cieca vendetta: “Speriamo che il nostro gesto possa aiutare a trovare la via della pace e della fratellanza, l'obiettivo per il quale Vittorio si è sempre battuto in tutta la sua vita”. La famiglia della vittima vuole che gli imputati paghino per la morte dell’uomo, ma, soprattutto, pretendono che vi sia risposta a due domande cruciali: perché hanno scelto proprio Vittorio? Perché ucciderlo prima dell’ultimatum dato dagli stessi rapitori? Da qualche giorno è tornato attivo il blog di Arrigoni, guerrillaradio.iobloggo.com, per continuare “a dar voce ai testimoni di tutte le ingiustizie e delle negazioni dei diritti umani, ovunque esse si manifestino”.

L'avvocato: "Totale disinteresse in Italia"

Il legale degli Arrigoni, l'avvocato Gilberto Pagani, ha più volte espresso rammarico per il modo in cui il caso relativo alla morte di Vittorio sia stato affrontato in Italia. “Ad eccezione del messaggio di cordoglio del Presidente della Repubblica, non è stato fatto nulla per sostenere i familiari nella ricerca della verità e per dare loro pieno appoggio, venendo meno a un preciso obbligo giuridico”, ha dichiarato Pagani. “Capisco che la situazione sia complicata, essendoci di mezzo anche un governo considerato dal nostro precedente esecutivo un'organizzazione terroristica, ma ciò non significa che non si debba contribuire a far luce sull'omicidio di un nostro connazionale all'estero”. Sul processo, poi, si dice concorde con il pensieri dei familiari della vittima: “Siamo in una fase di stallo, tra continui rinvii procedurali, testimoni che non si presentano e punti oscuri nella ricostruzione della vicenda. Non si sta tendendo alla verità, ma alla punizione di qualcuno”.

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