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Vito Barnaba, racconto choc della fidanzata: “Voleva difendermi, ucciso dall’uomo che mi ha stuprata”

“Quell’uomo mi ha strappato tutto in un giorno. La mia dignità di donna, il mio pudore e l’uomo della mia vita” ha dichiarato la fidanzata del 25enne salentino ucciso a Stoccarda in Germania da un 51enne poi arrestato.
A cura di Antonio Palma
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“Vito era ancora vivo nelle mie braccia. Ebbene sì, non è morto sul colpo. Mi diceva “ti amo” e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci. Chiunque, al posto di Vito, sarebbe andato in soccorso della propria fidanzata. E chiunque al mio posto, sotto schock avrebbe chiamato il proprio ragazzo” è il terribile racconto della fidanzata di Vito Barnaba, il 25enne ucciso a coltellate in Germania dopo essere arrivato in soccorso della fidanzata che lo aveva chiamato poco prima per denunciare di essere stata vittima di violenza sessuale.

“Quest’uomo non era un nostro conoscente, bensì un amico del nostro precedente padrone di casa, che si era messo a disposizione per darci una mano con il trasloco” ha raccontato la giovane 21enne anche lei italiani. I due giovani, che vivevano a Stoccarda da 5 anni, infatti, convivevano fino a pochissimo tempo fa ma erano stati costretti a separarsi proprio per via della casa da lasciare. “Ci vedevamo e sentivamo tutti i giorni (io e Vito) come una normalissima coppia” ha raccontato la giovane sui social.

Stando al suo racconto, l’uomo che si era offerto di aiutarli, con una scusa, l’avrebbe attirata in casa sua violentandola. “Mi aveva avvertito che avevo dimenticato la mia borsa. Lui non ha sceso la borsa, bensì son dovuta io salire ed entrare quindi nel suo appartamento. Lì è iniziato il bordello. Lui ha provveduto subito a chiudermi in casa, senza via d’uscita, disarmandomi anche di cellulare. É avvenuta una completa violenza fisica, sessuale” ha scritto la giovane. “Non so cosa sia scattato nella mente di questo criminale. Non esiste una parola adatta per descriverlo, ma di certo una non basterebbe.  Non ho avvertito in primo luogo la Polizia, in quanto volevo semplicemente il supporto del mio fidanzato, e terminare così la faccenda. Non ho contattato solo Vito, bensì anche il mio capo ed alcuni amici miei e di Vito” ha ricostruito la 21enne.

Vito è accorso subito e con il 51ene che poi lo ha ucciso sarebbe nata una lite sfociata poi nel sangue. “Ho visto movimenti di ginocchiate e pugni in pancia, Vito lo allontanava tenendolo per le spalle. Non c’è stato un urlo, né una lacrima. Vito era in possesso di un piccolo coltellino a serramanico, amorevolmente regalato da un suo amico, è da collezione e lo portava sempre con sé. Ci tagliava i panini, il salame anche, all’evenienza. Può confermarlo chiunque. Non farebbe del male a una mosca. Questo coltello, durante il litigio, gli è caduto, presumo dalla tasca. In quanto era semi aperto, ma anche non stabile, quindi si è aperto a conchiglia. Loro erano occupati, quindi, io, sono andata a recuperarlo, in modo da essere sicura che non avrebbero potuto farne uso, così da evitare disagi. Esco così dalla cucina, e credo sia stato a questo punto che Vito sia caduto per terra. Perché a seguire, dopo due minuti al massimo, quel verme è uscito anche dalla cucina, gettando il coltello davanti a me” il terribile racconto della ragazza che conclude: “Se avessi saputo il destino di Vito, mi sarei fatta ammazzare. Invece ho impugnato anche il suo coltello, per cacciarlo dall’appartamento e potermi occupare del mio amore in calma, chiamando così le forze dell’ordine. Vito era ancora vivo nelle mie braccia”

“Quell’uomo mi ha strappato tutto in un giorno. La mia dignità di donna, il mio pudore, quella poca sicurezza che mi stavo costruendo ed in ordine cronologico, ma la parte più fondamentale, l’uomo della mia vita” ha concluso la giovane.

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