Violenza sessuale: in Spagna senza un ‘sì’ esplicito si tratterà di stupro
In Spagna il governo socialista di Pedro Sáchez vuole riformare il modo in cui i reati sessuali sono perseguiti: un rapporto sessuale senza una forma esplicita di consenso, fisica o verbale, verrà considerato stupro. "Se una donna non dice espressamente sì, tutto il resto è no", ha sottolineato la vice premier spagnola e ministra dell'Uguaglianza, Carmen Calvo: "In questo modo la sua autonomia viene preservata, insieme alla sua libertà e al rispetto per la sua persona e la sua sessualità". Il modello a cui si fa esplicito riferimento è quello della Svezia, che ha approvato a inizio luglio una normativa simile, arrivata dopo una lunga campagna di sensibilizzazione, in seguito a due storie di violenze sessuali avvenute nel 2013, di cui si era molto parlato.
Anche l'annuncio spagnolo arriva come risposta a un caso di stupro di gruppo che ha fatto molto scalpore, scatenando un'ondata di proteste. Nel luglio 2016 cinque uomini di età compresa tra 27 e 29 anni avevano abusato di una 18enne durante la festa di San Fermin, a Pamplona. Due degli aggressori avevano anche ripreso la violenza, condividendo poi il video in un gruppo Whatsapp chiamato "La manada" (il branco di lupi). I giudici del Tribunale di Navarra, il 26 aprile scorso, hanno però escluso l’accusa di stupro perché dai filmati la ragazza sembrava avere un atteggiamento “passivo o neutrale”. Nell'attuale legislazione spagnola esiste infatti una distinzione fra l’abuso sessuale, che non comprende violenza o intimidazione, e lo stupro.
A fine giugno si sono nuovamente scatenate forti proteste, in tutta la Spagna, a causa della decisione del tribunale di autorizzare il rilascio degli aggressori, condannati in primo grado a 10 anni, dietro pagamento di una cauzione di 6mila euro ciascuno in attesa dell'appello. Tra loro anche un militare e un membro della Guardia Civil che sono entrambi tornati in servizio. La vittima ha inviato una lettera a una tv spagnola, in cui scrive: “Non tacere, perché se lo fai ti stai lasciando sopraffare. Nessuno dovrebbe passare attraverso questo. Nessuno dovrebbe rimpiangere di aver bevuto qualcosa, di parlare con la gente a una festa, di tornare a casa da solo o di indossare una minigonna”.
Le nuove norme vengono incontro agli impegni presi nella Convenzione di Istanbul, la convenzione approvata l'11 maggio del 2011 dal Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. All'articolo 36 comma 2 questa prevede infatti che: "Il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto".