Terremoto a Taiwan, scossa di magnitudo 7.4: 9 morti, centinaia di feriti e palazzi e un ponte crollati
Alle 7,58 del mattino ora locale, circa l’una di notte in Italia, di oggi 3 aprile un terremoto di magnitudo 7.4, il più forte degli ultimi venticinque anni, ha colpito l’isola di Taiwan, con conseguente allerta tsunami, poi rientrata. Il bilancio è di 9 morti accertati, 800 feriti e 77 persone disperse sotto le macerie. L’epicentro del sisma è stato localizzato a 18 km dalla città di Hualien, agglomerato urbano di 110mila abitanti sulla costa orientale dell’Isola, a circa 155 km a sud della capitale Taipei, ad una profondità di 34,8 km.
In seguito ci sono state altre forti scosse di assestamento, almeno un centinaio, di cui alcune in mare. Il terremoto è stato avvertito distintamente anche nella capitale Taipei e nella stessa Cina continentale, fino a Shanghai. Il ministro dei Trasporti Wang Guocai ha dichiarato che l'intero ponte Qingshui sul lato nord del tunnel di Daqingshui è caduto. Lo riferiscono i media taiwanesi.
Le prime stime parlano di 9 morti e 800 feriti, numerosi anche i dispersi rimasti intrappolati nel crollo di un edificio o colpiti dalle rocce franate dalle montagne che circondano Hualien. Nello specifico, 77 sono nei tunnel Jinwen e Daqinqshui sotto le montagne nella contea di Hualien, secondo i dati dell'Amministrazione nazionale dei vigili del fuoco. Due cittadini tedeschi, invece, sono bloccati nel tunnel Chongde del parco nazionale Taroko, mentre le altre residue lo sono in quattro minibus che viaggiavano da Hualien verso lo stesso parco in vista del lungo weekend festivo.
Il primo morto verificato, raccontano i media locali, è stato colpito da una roccia che si è staccata da una montagna poco fuori Huailen, mentre passeggiava con altri sei amici. Le autorità locali e i media parlano anche di danni a numerosi edifici, nonché di strade, ferrovie e tunnel bloccate dalle frane. La circolazione ferroviaria è stata interrotta in tutto il Paese. Secondo il fornitore di energia elettrica di Taiwan, più di 87mila famiglie sono rimaste senza elettricità.
Immediatamente dopo il sisma è stato diramata sull’isola un allerta tsunami, col rischio di onde alte oltre tre metri. Allo stesso modo, hanno fatto le Filippine per la loro costa settentrionale e il Giappone per la prefettura di Okinawa, tsunami che ha effettivamente colpito – con piccole onde – le isole di Yonaguni e Ishigaki, secondo quanto dichiarato dall'agenzia metereologica giapponese. Alle 07:50 circa italiane sia Giappone che Filippine hanno revocato l'allerta tsunami.
Secondo i Vigili del fuoco, a Taipei, due persone sono state soccorse e portate in salvo da un ascensore bloccato in un edificio danneggiato nel distretto di Zhongshan e sette persone sono state salvate da una struttura abitativa crollata nel distretto di Xindian, nella città di Nuova Taipei. I pompieri hanno reso noto inoltre che almeno due edifici sono crollati a Hualien, cittadina vicina all'epicentro.
La presidente, Tsai Ing-wen, ha affermato che l'esercito sarà impiegato nelle operazioni di salvataggio dei cittadini intrappolati tra le macerie degli edificio crollati o danneggiati dal terremoto. Ha inoltre esortato le agenzie centrali di Taipei a mantenere i contatti con i governi locali. In un post su Facebook, Tsai Ing-wen ha anche chiesto ai residenti di prestare attenzione agli aggiornamenti delle autorità e ad evitare di prendere ascensori, data la serie di scosse di assestamento provocate dal terremoto non ancora finita.
Tanti i messaggi di vicinanza arrivati a tutto il mondo. Da segnalare, in particolare, la nota inviata a Taiwan da Washington. "Gli Stati Uniti sono pronti a fornire tutta l'assistenza necessaria", ha detto in una nota Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, precisando che l'esecutivo americano sta "monitorando" le conseguenze del terremoto "e il suo potenziale impatto sul Giappone".