“Violentò 299 pazienti, per lo più bambini”. Al via il processo al chirurgo pedofilo francese Le Scouarnec
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Inizia oggi in Francia il processo, già definito storico, a carico di un chirurgo pedofilo, il 73enne Joel Le Scouarnec, accusato di stupro e aggressione sessuale di 299 pazienti, dal 1989 al 2014, mentre erano sedati. Tra questi 158 sono maschi e 141 femmine; un totale di 256 avevano meno di 15 anni quando vennero aggrediti o violentati e la loro età media era di 11 anni.
Sono stati necessari due anni per organizzare il processo che si apre oggi a Vannes (Morbihan, ovest) e durerà quattro mesi, per fare luce e giustizia sul più grande caso di pedofilia nella storia francese. Sotto accusa in realtà non è solo Le Scouarnec, chirurgo specializzato in apparato digerente che operava negli ospedali pubblici e privati in Bretagna e nell'ovest francese: la lunga indagine ha rivelato che "è la presunta omertà della direzione sanitaria e della sua famiglia, sin dagli anni '80, che gli ha permesso di portare avanti i suoi abusi per molti anni".
Le indagini su Le Scouarnec sono iniziate nel 2017, quando una bambina di 6 anni denunciò di essere stata toccata dall’uomo oltre la recinzione che separava le loro proprietà. Una perquisizione nella sua casa portò alla luce un archivio agghiacciante: oltre 300mila foto, 650 file video pedopornografici, zoofili e scatologici, oltre a quaderni in cui l’ex chirurgo si definiva apertamente un pedofilo e descriveva nei dettagli le sue azioni.
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Nel 2020, Le Scouarnec venne condannato a 15 anni di carcere per stupro e violenza sessuale su quattro bambini, tra cui due nipoti. In quell'occasione aveva ammesso abusi risalenti agli anni ’80, ma molti casi non poterono essere perseguiti a causa della prescrizione.
Il processo di Vannes esaminerà presunti abusi commessi tra il 1989 e il 2014 contro 158 uomini e 141 donne, che all’epoca avevano in media 11 anni. Secondo i documenti dell’inchiesta, Le Scouarnec approfittava della sua posizione di medico per abusare di bambini e adolescenti mentre erano soli nelle loro stanze d’ospedale. Una delle vittime, Amélie Lévêque, ha raccontato alla rete pubblica France 3 di aver subito abusi nel 1991, quando aveva 9 anni. “Non ricordavo l’operazione, ma ricordavo il post-operatorio, un chirurgo molto cattivo. Piangevo tantissimo”, ha dichiarato. Anni dopo, scoprire il suo nome nei quaderni di Le Scouarnec è stato per lei un trauma: “È stato l’inizio delle risposte a una vita di domande, ma anche l’inizio di una discesa nell’inferno. Mi sentivo come se avessi perso il controllo di tutto.”
L’avvocato di Le Scouarnec, Thibaut Kurzawa, ha dichiarato al giornale Sud-Ouest che il suo cliente “risponderà alle domande dei giudici” e ha deciso di “affrontare la realtà”. Tuttavia, per molte vittime e per la società francese, il processo rappresenta un’occasione per fare luce su un sistema che, nonostante precedenti condanne, ha permesso a Le Scouarnec di continuare a lavorare a contatto con i minori.