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Violentata da sette uomini, il tribunale saudita la condanna a 6 mesi di carcere

Anche 200 frustate per una ragazza che a soli 19 anni ha subito una violenza di gruppo mentre era in macchina per strada. Succede in Arabia Saudita, dove vige un severissimo regime di segregazione dei sessi.
A cura di B. C.
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Aveva solo 19 anni quando fu sequestrata mentre guidava la sua macchina e quindi violentata da un gruppo di sette uomini. Si trovava da sola in un luogo pubblico e senza un componente maschile della sua famiglia. Quanto basta in Arabia Saudita per far sì che la donna, musulmana sciita, fosse condannata a novanta frustate per aver violato le leggi saudite sulla segregazione dei sessi. Ebbene, dopo aver presentato ricorso alla Corte Generale saudita, si sarebbe vista raddoppiare la pena: 200 frustate e 6 mesi di carcere. La storia è raccontata dall’organizzazione no-profit, Middle East Monitor. L'avvocato della donna, Abdul Rahman Al-Lahem, ha voluto far conoscere ai media la vicenda: un comportamento vietato dalla legge saudita, al punto che il tribunale ha diffidato il legale dal difendere ancora la ragazza che ora ha 27 anni, revocandogli l'abilitazione professionale e lo ha convocato per un'udienza disciplinare.

Diritti delle donne negati in Arabia Saudita

Va detto come i diritti delle donne in Arabia Saudita siano molto limitati rispetto a molti dei suoi vicini. Guardando al caso in questione, l'Arabia Saudita è l'unico paese al mondo che vieta alle donne di guidare. Motivo che ha portato il ministero della Giustizia saudita a respingere al mittente ogni tipo di critica arrivata anche dalla comunità internazionale. Secondo quanto riporta anche l'agenzia iraniana Press TV, al gruppo di violentatori è stata comminata una pena "sorprendentemente lieve" per gli standard sauditi: cinque anni di carcere a testa, per un reato punibile con la pena di morte. Sul vicenda ha detto la propria anche Human Rights Watch, che ha criticato una decisione che "offre protezione e impunità" agli autori dello stupro.

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